Regia di Jesse Vile vedi scheda film
Jason Becker, come recita il titolo originale del film, non è ancora morto. Compone, lavora, crea.
Non può suonare se non con la mente, con lo spirito. A 20 anni, nel 1989, gli venne diagnosticata la
SLA, sclerosi laterale amiotrofica, e da allora vive immobile. Il rockumentary di Jesse Vile racconta
la sua storia, quella di un chitarrista dal talento eccezionale, un virtuoso dello strumento che sostituì
Steve Vai nella band di David Lee Roth post Van Halen senza che nessuno rimpiangesse una
sola nota. Per chi non ama troppo il virtuosismo (a volte stucchevole) e lo speed metal, Becker è
un musicista non sempre accessibile, ma il film non si concentra tanto sulle performance quanto
sul “dono”. Jason è capace di tutto con la chitarra come Paganini col violino, un “orecchio assoluto”
in sintonia con qualunque cosa, da Bach a Yngwie Malmsteen. Anche con un eccesso di
schematismo, Jesse Vile, che lavora a questo progetto dal 2011, parte dalla fisicità del personaggio
sul palco, passa alla sua “normalità” una volta smessa la maschera del metallaro (Becker è lontanissimo dal maledettismo rock’n’roll: un ragazzo casa, famiglia e studio di registrazione...) e arriva
alla condizione di immobilità innaturale. Il tutto inframmezzato da spezzoni e interviste ai
familiari, che all’amore per Jason aggiungono una salutare dose di ironia. Il concerto organizzato
ogni anno a Richmond in suo onore si intitola come il film: Jason Becker: Not Dead Yet .
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