Regia di Zal Batmanglij vedi scheda film
Narrano le cronache: nonostante una laurea in?Economia, Brit Marling ha preferito la settima arte a un posto alla Goldman Sachs. E oggi, a 30 anni, è il nome nuovo di quel cinema statunitense che soddisfa giovani indie engagé e antichi liberal hollywoodiani (figlia di Gere in La frode, di Redford in La regola del silenzio, tali padri...). Sceneggiatrice, produttrice e protagonista di Another Earth per la regia dell’esordiente Mike Cahill, ritorna a collaborare con Zal Batmanglij, dopo aver scritto, prodotto e interpretato la sorpresa Sundance Sound of My Voice (nelle sale italiane il 25/7, con 2 anni di ritardo). Ispirato all’esperienza dell’autriceattrice con il curriculum da sicumera capitalista in un gruppo radicale di freegan (contrazione di freeman e vegan), è la storia di una spia (al soldo, ovviamente, di una multinazionale del commercio di informazioni) e infiltrata in un gruppo di ecoterroristi per giusta causa. Si reitera così (sotto l’egida dei fratelli Scott) la formula Marling: racconti didascalici di formazione di coscienza, contenuti ecologisti sciolti in strutture di genere (la sci-fi, i viaggi nel tempo, ora lo spionaggio industriale, con annessa inesorabile linea sentimentale), nessuna esasperazione del dramma (anche sui colpi di scena accenti sobri), uno stile di regia mimetico e low-fi che è mix piano di istanze da reportage documentario, videoclip e serie tv. Retorica da cinema militante integrato, qui con cast di volti di successo. Ma anche un neo che gli altri film di Marling mascheravano: l’assoluta prevedibilità.
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