Regia di Simon Barrett, Adam Wingard, Eduardo Sánchez, Gregg Hale, Timo Tjahjanto, Gareth Huw Evans, Jason Eisener vedi scheda film
Il primo V/H/S era stato una ventata di novità nel panorama horror odierno: usato la tecnica ormai abusata del mockumentary e del found footage si era distinto per essere la prima antologia ad episodi realizzata con quelle famigerate tecniche e invece di guadagnarsi improperi e contumelie, almeno da parte mia , mi aveva fornito due ore di goduria suina, tra alti e bassi, ma soprattutto alti.
Vedere questo V/H/S/2 da una parte fa un po' paura perchè si è perfettamente consci che è sparito l'effetto sorpresa e il tutto potrebbe essere stato dato in pasto al pubblico famelico solo per esigenze di pagnotta non per ispirazione, d'altra parte se nel primo episodio solo la presenza di Ti West faceva venire l'acquolina in bocca, stavolta i nomi già segnati sul taccuino sono anche di più, quindi la scialorrea è garantita.
Così come è elevato il rischio di delusione.
Diciamolo subito, a scanso di equivoci. La goduria suina garantita dal primo capitolo ritorna qui se possibile amplificata anche se distribuita in modo meno soddisfacente rispetto al precedente film. Se nel primo V/H/S l'effetto sopresa permetteva di sorvolare sulla debolezza di alcuni segmenti, in questo secondo ci sono due assolute perle e tre episodi piuttosto perdibili. Ma c'è come una consapevolezza maggiore nell'uso del mezzo espressivo. Se alcuni episodi del capitolo precedente apparivano decisamente sperimentali nel loro essere pionieristici, qui il tutto appare tecnicamente molto più centrato ed elaborato.
Il film è strutturato esattamente come il precedente con un episodio cornice che racchiude tutti gli altri che sono contenuti in videocassette che sono visionate dalla coprotagonista del segmento da cui originano gli altri.Partiamo allora con la disamina dei singoli episodi:
1 ) Tape 56 (di Simon Barrett) : è l'episodio cornice. Due investigatori privati dopo aver pedinato un uomo nell'atto di cornificare la moglie , devono trovare un ragazzo sparito da un paio di settimane senza che la polizia abbia fatto nulla per ritrovarlo. Arrivano a una casa che è il suo presunto nascondiglio e in una sala piena di schermi e di videocassette vedono filmati del ragazzo assieme ai vari segmenti di cui si compone il film. Ma per i due la sorpresa è in agguato e non sarà tanto piacevole. Tape 56 è l'episodio meno convincente del film , come cornice era molto meglio il Tape 49 del film precedente. Qui non c'è nulla di nuovo, una rimasticatura stanca di suggestioni stantie e anche la sorpresa che i due trovano nella casa non aggiunge nulla di nulla. Bocciato. ( VOTO : 5 /10 ) .
2) Phase I Clinical Trials ( di Adam Wingard). Wingard era il regista di Tape 49 e qui ritorna sia dietro che davanti la macchina da presa. Dopo aver perso un occhio in un incidente , un uomo se ne fa impiantare uno bionico. Il problema è che se con quell'occhio che elabora continuamente dati somiglierà a una specie di Terminator o a L'uomo da sei milioni di dollari, è anche vero che subirà un piccolo effetto collaterale. Vede anche tutte entità spiritiche cattivissime che sembrano divertirsi un mondo a mettergli paura e a rovinargli la vita.E una tizia piombata a casa sua gli spiega che è tutto normale. Boh, sarà... Se l'incipit è valido poi il susseguirsi di spaventi risulta abbastanza meccanico e anche il finale ( ATTENZIONE SPOILER: con il protagonista che si strappa quel dannato occhio) è abbastanza prevedibile. Peccato , parte bene ma poi si arena strada facendo ( VOTO : 5,5 /10 ) .
3) A Ride In The Park ( di Gregg Hale ed Eduardo Sanchez) Gregg Hale è un nome per me sconosciuto ma Eduardo Sanchez è uno dei registi di The Blair Witch Project e del piacevole Lovely Molly, anche quello girato con una tecnica abbastanza ibrida. Qui siamo al found footage ai massimi livelli: una coppia di cicloamatori ( con lui che ha una telecamera montata sul caschetto) in pedalata in un parco trovano quello che sembra un cadavere. Si avvicinano e il presunto cadavere morde il ciclista che da lì a poco si trasformerà in zombi. E vedremo la mattanza in soggettiva: lo zombie si comporta da zombie, attacca umani , ne mangia le carni, prende anche parecchie mazzate e non fa una bella fine. Sembra anche che ci sia un substrato ironico in una storia in cui volano letteralmente sangue e frattaglie.
Per quanto riguarda la goduria suina di cui si parlava all'inizio qui siamo quasi a livelli massimi: la storia non sembra essere nuova ma il modo in cui è girata la rende accattivante e originale . Quasi ti dispiace che finisca così presto. Assieme a Safe Heaven è l'episodio migliore. ( VOTO : 8 / 10 ).
4) Safe Heaven ( di Gareth Evans e Timo Tjahjanto). E qui siamo proprio all'università del found footage . Assieme all'episodio precedente è decisamente il vertice del film, si arriva a un livello a cui nessun episodio del primo V/H/S era arrivato. Del resto i nomi dei registi fanno venire l'acquolina in bocca: Gareth Evans, gallese trapiantato in Indonesia dove ha dato alle stampe quel cult che risponde al nome di The Raid : Redemption , dirige questo episodio assieme al suo amicone Timo Tjahjanto autore di un episodio nella megaantologia horror The ABCs of Death ( Libido uno dei migliori , senz'altro il più malato) e coregista di un altro piccolo cult che risponde al nome di Macabre ( la cui recensione la trovate qui). Si narra la storia di un giornalista con la sua piccola troupe che ottiene la possibilità di intervistare una specie di guru religioso molto discusso proprio all'interno di quello che è il suo santuario. Safe heaven fa respirare orrore vero prima a livello di atmosfera perchè quando il guru spiega come è strutturata la vita nel suo santuario e le regole della sua religione corrono i brividi lungo la schiena. Poi da una semplice suggestione si passa direttamente alle secchiate di sangue e alla violenza inaudita che non risparmia niente e nessuno, spettatore compreso.
Peccato per la creaturona capronica che appare nel finale, avrei preferito farne a meno, bastava già quello che si era visto in precedenza. Qui siamo all'eccellenza del found footage; guardando in giro difficile trovare di meglio. ( VOTO : 8 / 10 )
5) Slumber Party Alien Invasion ( di Jason Eisener) Anche Eisener ha diretto un episodio in The ABCs of Death ( Y for Youngbuck, francamente non dei migliori) e qui si lancia in un incontro umani /alieni. E' come se il solito gruppetto di ragazzi decerebrati da slasher movie incontrasse gli alieni che però invece di essere inoffensivi come quelli di Spielberg sembrano le creature già viste in The Descent di Neil Marshall. Anche qui niente di nuovo: gran ritmo, Eisener la butta abbastanza in caciara sia per mascherare la povertà produttiva sia per rendere più ansiogeno il tutto ma il risultato, pur decente, rimane abbastanza nella media e lontano dall'eccellenza.( VOTO 6 / 10 ) .
Facendo una media aritmetica , l'operazione V/H/S/2 è da promuovere ampiamente: e se anche fosse stata infestata di episodi mediocri ( in realtà ce n'è uno solo mediocre) contiene al suo interno due gioielli luminosi che da soli valgono il cosiddetto prezzo del biglietto.
Chissà se al prossima volta dal supporto magnetico si passerà al digitale...ma vuoi mettere il fascino della buona , vecchia videocassetta?
Comunque ben vengano queste antologie che permettono di conoscere nomi e talenti nuovi...
(bradipofilms.blogspot.it)
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