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I 4 inesorabili

Regia di Primo Zeglio vedi scheda film

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La recensione su I 4 inesorabili

di mm40
3 stelle

Quattro banditi incastrano uno sceriffo facendolo credere un assassino; ma l'uomo evade e diventa realmente un killer per vendicarsi dei quattro.

Uno tra i titoli più insignificanti all'interno del vastissimo universo dello spaghetti western è senza dubbio questo I 4 (sic) inesorabili; siamo d'altronde nel 1965 e ancora il western all'italiana è lontano dalla sovrapproduzione che caratterizzà gli anni successivi, portando a creare titoli sempre più assurdi, cruenti, inattesi. Che i quattro, insomma, siano inesorabili è quantomeno riduttivo: sono delle vere e proprie carogne, altroché, e potevano essere fatti fuori solamente da uno sceriffo con i superpoteri (Adam West, attore americano principalmente attivo sul piccolo schermo, che l'anno successivo diventerà celebre nei panni del Batman televisivo). Boutade a parte, West – nomen omen – qui se la cava bene e l'unico superpotere del suo personaggio è la costanza, la tenacia con cui persegue la sua personalissima vendetta: in questo dettaglio fondamentale si ritrovano chiari segni di appartenenza al sottogenere del western all'italiana, a differenza dei precedenti due analoghi film diretti da Primo Zeglio (I due violenti e L'uomo della valle maledetta), più chiaramente ispirati dal filone classico americano. Altri interpreti: Robert Hunder/Claudio Undari, Ralph Baldwyn/Raf Baldassarre, Howard Ross, John Bartha, José Jaspe, Cris Huerta, Luis Induni e Paola Barbara (moglie del regista); coproduzione italospagnola come usava ai tempi, al fine di racimolare più denaro possibile, sul copione le firme sono quelle di Manuel De Caso, Marcello Fondato, Federico De Urrutia e di Zeglio stesso. Il ritmo c'è, l'azione anche, la storia è sufficientemente avvincente: per quanto si tratti di una produzione modesta con una messa in scena un po' arruffata, siamo pur sempre davanti a una discreta ora e mezza di intrattenimento senza pensieri. 3,5/10.

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