Regia di Henri Decoin vedi scheda film
Una storia che non è una storia, ma l'epilogo di quattro storie che nel momento del loro provocato intrecciarsi danno luogo allo sviluppo di un drammatico confronto tra il protagonista e le sue quattro donne, da lui riunite e quasi evocate come fantasmi di un passato che ha perso significato, nella cornice di una serata in un lussuoso attico parigino.Le quattro attrici, non tutte dello stesso calibro artistico, sono tutte però ugualmente impegnate nel delineare un loro personaggio aderente all'atmosfera di cupo presagio che aleggia fin dall'inizio del film. Brava soprattutto Danielle Darrieux nella sua interpretazione di una figura femminile che, forte di un suo duramente conquistato equilibrio interiore,riesce, unica tra tutte, a offrire umana disponibilità al protagonista ormai inviso a sè stesso.Brava anche Lyla Rocco,straripante (in senso fisico) giovane ricca e viziata, che passa da una crisi nervosa all'altra.Brava perfino la Petacci, che, pur capace di 2 sole espressioni fisse, riesce tuttavia ad impiegarle nel momento giusto.Corinne Calvet si trova un po' pesce fuor d'acqua a recuperare gli atteggiamenti di personaggi haywortheggianti da lei già delineati in altri film, ma riesce a contribuire del suo all'atmosfera di cupa attesa del compimento di un fato che incombe sin dall'inizio. E... il protagonista maschile? E' il regista , che si trasfonde nell'immagine fisica di Michel Auclair e dà vita a una creatura che respira e pensa per suo tramite.Film cerebrale ma avvincente: merita forse più attenzione di quanta non ne abbia avuta a suo tempo.
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