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Il tunnel sotto il mondo

Regia di Luigi Cozzi vedi scheda film

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La recensione su Il tunnel sotto il mondo

di alan smithee
5 stelle

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ECCHECOZZI!!

Il 32 di luglio, giorno inesistente, ma proprio per questo, una volta entrato a far parte dell'esistenza di un individuo, incapace di lasciarlo fino ad obbligare il malcapitato (e noi di conseguenza) a rivivere ogni giorno nei dettagli quella medesima giornata (come per il micidiale "il giorno della marmotta" del divertente

americano Ricomincio da capo), rende impossibile la vita ad un funzionario addetto alla selezione del  personale di una grande multinazionale.

Ogni volta che il giorno ricomincia, un omicidio in pubblica piazza scuote la tranquillità del traffico cittadino; poi il nostro uomo viene avvicinato da una donna che si propone per un'intervista sulle sue quotidiane abitudini di vita; in ufficio l'uomo prende in esame una stagista di bella presenza, la quale rimane un po' shoccata quando scopre che l'incarico per cui sta per essere scelta consiste in un lavoro da escort, ovvero nel garantire piacere ai clienti cardine della società che la vuole assumere.

Poi la conoscenza della ragazza, che invita a casa sua il nostro protagonista, offertosi si accompagnarla dopo il lavoro. Scoprirà che la ragazza vive col padre, e che costui è ossessionato da una eccentrica missione.

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Ispirato all'omonimo racconto del 1955 di Frederick Pohl, Luigi Cozzi, all'epoca ventiduenne, dirige un film sperimentale e di rottura, strambo ed eccentrico, girato con mezzi di fortuna e senza un vero budget.

Un film sardonico, di condanna contro i dogmi già dilaganti già a fine Sessanta e propri di una società del consumismo e dell'assuefazione, che cerca di comprare i singoli liberi arbitri con i propri ammalianti messaggi volti a cancellare ogni singola capacità di decisione e di critica.

Ne scaturisce un film bizzarro e più interessante che realmente riuscito, forte di qualche bella ripresa azzardata ed acrobatica che alterna una Milano storica a quella dei primi avveniristici grattacieli di vetro.

Gli interpreti sono tutti non professionisti tranne Ivana Monti, all'epoca agli esordi ed ancora sconosciuta.   

 

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