Regia di Roberto Andò vedi scheda film
Vuoto di potere all’opposizione. Il segretario, stanco e un tantino depresso, è in fuga dalle proprie responsabilità. Mentre ripiega in Francia dal suo primo amore, in Italia il partito scova il fratello gemello del politico e decide di sfruttarlo in sua assenza. Quest’ultimo, filosofo con trascorsi di malattia mentale, si rivela presto il leader tanto atteso dall’intera nazione. Non ho letto il romanzo di Andò ma il suo film mi è piaciuto molto. Tolto il titolo, che francamente dice tutto e nulla come ogni ovvietà che si rispetti, “Viva la libertà” è una commedia intelligente che parla (anche) di politica senza scadere nella farsa qualunquista. Pregio non da poco considerato il modello di partenza costantemente sul confine del ridicolo involontario. Merito di un doppio registro che ai noti giochi di potere unisce approfondimenti personali mai banali dando così alla vicenda un tocco di umanità e follia inaspettata. Se andiamo a vedere i difetti più importanti dello script stanno nella rappresentazione di un elettorato un po’ troppo ingenuo e adorante (d’accordo le citazioni di Brecht e Shakespeare ma i fatti??) ma, perlomeno al cinema, mi sento di perdonare l’ottimismo. Splendido cast in cui si distinguono Mastandrea, Bruni Tedeschi, e Cescon. Servillo, neanche a dirlo, giganteggia. Autentica benedizione per il nostro cinema contemporaneo.
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