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Viva la libertà

Regia di Roberto Andò vedi scheda film

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La recensione su Viva la libertà

di Kurtisonic
4 stelle

Uno dei termini che si è prestato a radicali modificazioni di senso, all’uso improprio della sua etimologia fino a svilirne la forza e il significato, paradossalmente ridefinendola al suo esatto contrario è la parola libertà. Seppure sia per il suo contenuto completamente immerso nella più stretta attualità, tanto che si potrebbe definire il film di R.Andò un istant movie, Viva la libertà può essere letto solo come un fantasy socio-politico. Non ha le implicazioni nervoso- morettiane di Palombella rossa, e neanche le stimmate del marketing finto ideologico di No, i giorni dell’arcobaleno. Viva la libertà è un sogno transitorio rappresentato in una forma consueta, dal contenuto auspicabile quanto si vuole ma troppo desideroso di essere condiviso e approvato senza un minimo di costruzione critica al suo interno. E.Olivieri, il leader del principale partito di opposizione (e già questo mette al riparo da qualsiasi formula da cui trarre ispirazione nella realtà) entra in crisi d’identità e si eclissa improvvisamente dalla scena pubblica. Viene sostituito dal suo gemello, un professore intelligente, brillante ma poco equilibrato, reduce da ricoveri in una casa di cura psichiatrica. Manco a dirlo, il sostituto conquisterà l’incondizionato consenso di chi lo ascolta. Non è che difetti la libertà d’azione che la sceneggiatura concede ai due personaggi(interpretati entrambi da T.Servillo), ma è l’idea che li muove, che ne fa testimoni del nostro tempo che risulta convenzionale, appagante, senza il minimo ripiego morale. Andò fantastica segreterie di partito obsolete ma coerenti, collaboratori che cospirano ma che hanno un fiuto infallibile per il meglio tanto da essere sempre opposizione, familiari e amici stoici e comprensivi, Olivieri è appassionato di….cinema, si rifugia oltre confine nella casa di un’amica, moglie del regista orientale del momento, bravo pure lui.  Fantasy? Bellezza no, già fatta, questa è una meravigliosa favola, libertà di parola e di espressione altro che escort, franchi tiratori, ballerine, viscidi compagni di corrente e coca party: sono tutti sull’altro set, quello di Sorrentino. Il leader fasullo si rivela fin troppo naturale, appassionato, sanguigno, trascinatore delle folle, chi non lo voterebbe uno così, tutto troppo bello per essere finzione piegata al vero, troppo facile per non andare incontro al gusto del pubblico intelligente.  

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