Regia di Roberto Andò vedi scheda film
Film un po' supponente e dalle due facce: compiaciuto nel segmento ambientato a Parigi, che vede il Servillo segretario di partito in crisi d'identità e di idee fuggito da Roma quasi inspiegabilmente amato, venerato e stimato da donne, bambini, mariti, troupe cinematografiche; il regista qui sembra strizzare troppo l'occhio nei confronti di certo cinema francese intriso di romanticismo, ma che invece in questo caso appare finto come non mai.
Abbastanza divertente nella parte romana, quella più prettamente 'politica', in cui il gemello (ovviamente sempre Servillo) che ne prende il posto riacquista a poco a poco quei consensi che andavano via via scemando in precedenza, anche se tutto rimane in superficie, come il ballo con la cancelliera tedesca, le riunioni dei vertici del partito e il comizio davanti a una folla entusiasta.
Nel complesso un'opera il cui livello di scrittura è di gran lunga inferiore a film come 'Il divo', tanto per citare opere che trattano tematiche simili, e che merita una (stentata) sufficienza per i tre-quattro sorrisi che suscita e per le prove attoriali di un Toni Servillo ancora mattatore in primis e degli azzeccati ruoli di contorno di Valerio Mastandrea, Anna Bonaiuto e Michela Cescon, mentre stenderei un velo pietoso per la performance bilingue di Valeria Bruni Tedeschi.
Voto: 6.
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