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Viva la libertà

Regia di Roberto Andò vedi scheda film

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will kane

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La recensione su Viva la libertà

di will kane
8 stelle

Attualissimo anche se è stato fatto,ovviamente,ben prima delle perplimenti elezioni dello scorso Febbraio,"Viva la libertà" si è conquistato l'attenzione dei recensori,e ha realizzato buoni incassi,considerata l'attitudine italica odierna,a non premiare il cinema impegnato di casa.Un partito di sinistra,storico,in crisi di ispirazione,la tendenza degli ultimi vent'anni ad autoflagellarsi,un leader ormai stanco,logoro e preso per niente sul serio dai colleghi,che come il Papa Melville di "Habemus Papam",fugge per ritrovare se stesso e un pò di pace,e va da un amore antico in Francia:la soluzione,bislacca che sia,viene trovata dall'assistente del politico,e cioè andando a trovare,all'insaputa di tutti,il gemello del leader appena uscito da una struttura psichiatrica,filosofo e poeta ma instabile,che però si immedesima nel ruolo e porta una sferzata di passione ed entusiasmo che invertirà opinioni e prospettive elettorali.La paura di vincere è un'accusa che molte volte è stata rivolta alla classe dirigente del momento da una parte di elettorato,persone del settore e politologi,e nel marasma che stiamo vivendo,l'allontanamento di molti dalle varie forme che tale ala della politica non solo italiana è anche figlio di ambiguità e passi incerti da parte di chi ha occupato posti dirigenziali (però teniamo sempre a mente,anche,che un conto è governare,e dover tenere insieme tante cose,altro è porsi sempre e comunque al banco della critica);il film di Roberto Andò,che lo ha tratto da un suo romanzo,"Il trono vuoto",ha qualche inciampo (qualche lungaggine nella parte francese,e l'ingenuo sondaggio che vede il partito del protagonista,o meglio dei protagonisti,al 66 per cento dopo la "cura" del gemello,in Italia abbastanza improbabile...) però propone di ritrovare la passione, che permetta a chi vota di sognare ancora e magari anche vivere con meno disincanto (altra piaga dell'oggi politico e sociale),e a chi deve farsi eleggere e prendersi responsabilità una sincerità e una determinazione maggiore a cercare di fare ciò che il popolo lo ha delegato a compiere.Toni Servillo gioca tra un entusiasmo bambinesco e una sconsolatezza attonita il proprio doppio ruolo,Mastandrea porta simpatia a un personaggio timido e trattenuto,la Bruni Tedeschi e la Bonaiuto sono un pò relegate sullo sfondo,ma al film va riconosciuto un ottimismo che,nel quadro non esaltante di oggi,può risaltare e iniettare qualche goccia di speranza  in chi coltiva ancora qualche ideale.

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