Regia di Roberto Andò vedi scheda film
la storia di un politico che colto da crisi "missionaria" fugge e si ritira dalla fiamma di un tempo in terra francese è attuale, ma fuori dal tempo. attuale perchè se è vero che il popolo(io, noi)si è disaffezionato alla politica è pur vero che coloro che la rappresentano fanno poco o pochissimo per riavvicinare i miserrimi(io! noi?)a ri-innamorarsene. se ne va e basta. deve rimettere a posto i pensieri e le idee. e la gente cosa dovrebbe fare? preso dal panico, l'assistente del politico oliveri, non vede altra soluzione che avvalersi del fratello gemello, filosofo appena dimesso da un istituto di sanità mentale, che rivoluziona la cristalleria della politicheria italica, sparando su tutto e tutti, e rispolverando due parole del dizionario italiano coma "paura" e "passione". due parole belle e vive che risvegliano i sentimenti sopiti delle persone miserrime e dei politici, o che almeno dovrebbero. frattanto però i due speculari a distanza di migliaia di chilometri si scoprono o si ri-scoprono, in una breve sequenza che li riprende bambini, età misterica e fragile. il politico si scopre manovale entrando causalmente a far parte della troupe cinematografica nella quale la sua amicamante lavora come segretaria, affezionandosi alla figlia adolescente e conoscendo da fan privilegiato il marito di questa, regista di culto di origine vietnamita. più il fratello "pazzo" entra nella politica italiana risvegliando un consenso e una passione sia interna al partito che popolare, più il fratello politico scopre o riscopre parti della sua vita che da politico aveva dovuto accantonare. da speculari diventano un tutt'uno o più semplicemente è un tipico caso di baccelloni sci-fi americani con vaghe reminiscenze maccartiste? andrebbe rivisto una seconda volta(ma dati i costi proibitivi del cine, magari un'arena estiva o un passaggio telivisivo o dvd)ma il film già alla prima visione si fa ben vedere, grazie alla sapiente regia di andò divertita e sbarazzina nel suo essere un pò thrilling-cluedo, e ovviamente alle appassionate(quelle si!) interpretazioni degli attori. servillo,fa servillo, ma lo fa talmente bene che il servillismo non da ancora fastidio ai sensi. così vale per mastandrea. valerio lo si ama perchè in fin dei conti è valerio, anche se è più valerio quando lascia i formali panni del politichese. meravigliose le due dame bonaiuto e bruni-tedeschi. inappuntabile la prima, precisa e perfetta anche nei toni da commedia. la seconda con l'età ha avuto in regalo una bellezza che prima non aveva.
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