Espandi menu
cerca
Senza santi in Paradiso

Regia di David Lowery vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 318
  • Post 218
  • Recensioni 6676
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Senza santi in Paradiso

di alan smithee
8 stelle

Gran titolo fordiano (sintetizzabile con "Non sono stinchi di santo), che, per una volta, è la libera traduzione francese a banalizzare (Les amants du Texas): ma almeno in Francia il film viene fatto uscire. Da noi chissà.... Presentato al Festival di Cannes 2013 nella sezione Semaine de la Critique, l'opera seconda dell'ancor poco noto David Lowery, ha un'ambientazione western epica e quasi "malickiana" che ne annulla o attenua la dimensione temporale (è ambientato ai giorni nostri ma la vicenda potrebbe svolgersi tranquillamente durante la Grande Depressione della fine anni '20 del secolo scorso). Una rapina (che non ci viene fatta vedere, probabilmente per non banalizzare un film che mira ad altri contenuti) da parte di tre giovani; un epilogo tragico in cui uno di loro viene ucciso in uno scontro a fuoco mentre la un poliziotto ferito ad un spalla. Poco dopo la coppia di criminali viene arrestata, ma il ragazzo si attribuisce ogni colpa e finisce dentro mentre la compagna, incinta, viene rilasciata. Un rapporto epistolare quotidiano caratterizza il lungo periodo che divide i due amanti, finché Bob riesce ad evadere e tenta di raggiungere la sua Ruth: che nel frattempo è diventata una mamma perbene, corteggiata, il caso vuole, proprio dallo stesso poliziotto ferito durante il concitato epilogo della rapina (e per opera della donna). Una corsa disperata verso un finale tragico e inevitabilmente (ma potentemente) shakespeariano che ti entra nel cuore e rende ottimo questo film senza tempo. Gran cast capitanato da un Casey Affleck sempre più bravo e dolente, con quella vocina stridula e uno sguardo tenero e sofferente (altro che il più famoso e banale fratello Ben, a livello interpretativo decisamente meno dotato); da una Rooney Mara fragile ma determinata, da Ben Foster strepitoso in un ruolo una volta tanto positivo e lontano dalla psicosi e follia che caratterizza abitualmente i personaggi affidati al bravo interprete. Keth Carradine, attore ormai leggendario, contribuisce con la sua magnetica presenza a conferire quel tono crepuscolare e fatale ad una corsa verso la felicità e la salvezza che pare una chimera impossibile già dalle prime drammatiche premesse.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati