Regia di Christelle Raynal vedi scheda film
Sesso con la sposa, prima della cerimonia. Ma Eric, che banchetta su un tavolo con corpo e abito bianco di Marie, non è il suo futuro marito: è quello che l’amava, e che lei ha lasciato, preferendogli la benestante medietà di Paul. Non si sottovalutino, comunque, le conseguenze sul plan de table dell’accoppiamento frugale: i segnaposti cadono a terra, e nel riordinarli Eric imbriglia e sbriglia il destino dei convitati in quattro differenti ipotesi di futuro. I fattori s’invertono, i risultati cambiano, le sorti migliorano gradualmente, sino all’ecumenico happy end. La morale: siate padroni del caso, perché «si può sempre scegliere». Amen. Una commedia degli equivoci, sottogenere matrimoniale, ci propina una ronde di variazioni che compilano uno sciocco manuale d’amore e luoghi comuni: l’esordiente Raynal apre citando L’amore dura tre anni di Beigbeder, ammicca a quel suo umore pulp che è solo patetica ebbrezza borghese, mira alla risentimentalizzazione del cinismo contemporaneo, delle regole dei suoi giochi combinatori e anaffettivi, e se cerca la pochade trova solo la sua carina e impotente caricatura. Nel convivio di miserie: la parodia della cucina molecolare, già vista nei medesimi minimi termini nell’inservibile Chef, e l’oggi abituale sfregio populista all’arte contemporanea (Nella casa, La grande bellezza). Non citate Smoking/No Smoking invano. Questo non è nemmeno cinema medio:?solo un fondo di magazzino, pronto per il prime time di canali femminili tristemente stereotipati.
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