Regia di Christelle Raynal vedi scheda film
Il caso rimescola le carte dell'infelicità, ed una sola è la combinazione fortunata. Capita che i mali opposti si annullino a vicenda, ed ogni anima in pena ritrovi la sua metà, altrettanto lacera e tormentata. Ma è sempre il destino a determinare gli incontri decisivi, quelli in grado di innescare una catastrofe oppure accendere la scintilla dell'amore per la vita. Le coppie si formano anche intorno ad un tavolo apparecchiato per un pranzo nuziale. Tutto è apparentemente preparato alla perfezione, la disposizione dei commensali corrisponde ad una scelta ponderata, però poi uno zefiro malefico arriva a portare lo scompiglio. I cartellini con in nomi finiscono per terra, messi alla rinfusa, e il disegno originale va a farsi benedire. Questo film ci propone tre diversi possibili sviluppi dei fatti, a partire da altrettante distribuzioni dei segnaposto. Modificare il corso degli eventi secondo le mutate condizioni iniziali è un'idea di antica data, che ha riempito gli annali della cinematografia ed è la figlia primogenita dell'ancestrale gioco delle ipotesi: un divertissement intellettuale che si colloca alla base stessa della speculazione scientifica. Riproporlo, per l'ennesima volta, può servire solo se il discorso riesce a sganciarsi dal rigido meccanismo della concatenazione tra causa ed effetto per aprirsi al fascino discreto dell'imponderabilità, contemplando la sfida che quest'ultima pone alla nostra capacità di prendere decisioni. Le probabilità sono solitamente, di per s?, contrarie all'avverarsi dei nostri desideri. L'imprevisto si identifica, quasi sempre, per definizione, con un brutto scherzo della sorte, che ci inganna offrendoci false opportunità. In tal caso, tocca a noi aggiustare il tiro, sottraendoci alla passività tipica del fatalismo, per diventare gli artefici del nostro futuro. On a toujours le choix - si ha sempre la scelta: è questa la morale della storia, che ci convince, con la forza dell'esempio, come il tocco magico della nostra volontà sia l'additivo vincente della complicata ricetta dell'esistenza umana. Senza il nostro consapevole intervento, la somma degli azzardi è inesorabilmente negativa. Infiniti sono, infatti, gli abbinamenti errati, in cui due sventure si accoppiano nella speranza di compensarsi, mentre poi finiscono per ingigantirsi, specchiandosi l'una dentro l'altra in un diabolico gioco di rimbalzi. Ogni frustrazione ha bisogno di unirsi alla sua gemella, che non può essere una qualunque. Mogli trascurate, zitelle insoddisfatte, madri mancate, spose per sbaglio possono riscattarsi dalla propria miserevole condizione solo con l'aiuto di quell'unico lui, che è difficile da riconoscere, e non è affatto detto si trovi a portata di mano. Il principe azzurro delle fiabe può assumere sembianze anomale (e tutt'altro che attraenti) e l'angelo inviato dal Cielo può anche mostrare tratti luciferini. Quel che conta, ai fini della sostanza, sono, in definitiva, soltanto il come e il quando. Tali creature, che magari recano impressi in volto i segni del fallimento e del peccato, devono apparire al momento giusto, e devono trovare la controparte sveglia e ben disposta. Questo è il quadro ideale. A ciò che, invece, di solito accade nella nostra realtà caotica ed approssimativa, sono dedicati i primi due terzi del film: una commedia dallo spirito non completamente nuovo, però frizzante e scanzonato, condito col pepe dell'irriverenza ed il sale della saggezza di chi conosce il sapore della sconfitta, ma non per questo cede alle lusinghe della resa.
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