Regia di Nicola Deorsola vedi scheda film
Martino (Davanzati) vive col padre psicanalista (Haber). Il vecchio pretende da lui studi diligenti e una carriera sicura, ma il giovane passa le giornate ad accudire le sue tartarughe e a guardare dalla terrazza di casa Ilaria (Chiti), una ragazza che frequenta un corso per ballerine con problemi di anoressia e che (ovviamente) è una paziente di Haber.
Martino ricorda Carlito Brigante con la sua Gail, ma è solo una suggestione forzata visto che la sua unica confidente è Giusy (Barale), cassiera del cineclub di Cosenza (luogo dell’ambientazione), dove pare non ci vada nessuno; la donna, che sembra uscita da un film francese degli Anni 30, ama le scene madri e soprattutto il finale di Viale del tramonto. Il giovane oltre a essere un cinefilo è segretamente innamorato della fanciulla e per cercare di conoscerla si sostituisce al padre - di mattina, quando non è presente nel suo studio - cominciando una falsa terapia con Ilaria. Le giornate passano (in)dolenti e i due iniziano a frequentarsi finendo addirittura nel cinema di Giusy (sempre deserto) per assistere alla proiezione di L’imbalsamatore. E poi c’è GianMarco Tognazzi, che parla con un ridicolo accento russo ed è ossessionato dal gioco d’azzardo. Il vuoto del cineclub è la perfetta metafora di un film spopolato, disabitato, dozzinale. L’unica attrice che ci crede è Giuliana De Sio (la madre di Ilaria), ma è davvero una goccia in un mare inquinato da una cinefilia malata e solo citazionista.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta