Regia di John Turturro vedi scheda film
Il titolo italiano di questo film, come accade spesso purtroppo, è fuorviante ed illusorio, poichè fa pensare a qualcosa di diverso da quello che realmente è, soprattutto rispetto al titolo originale più appropriato, Fading gigolò. Ma a rivelarsi ingannevole non è stata solo la scelta del titolo qui da noi, bensì anche il montaggio delle scene del trailer, tutte scelte in maniera strategica per farla sembrare una commedia in perfetto stile Woody Alleniano quando in verità non è nulla di tutto questo.
Il regista innanzitutto è John Turturro e lo vediamo giocare a fare il cinema d'autore anche se ci riesce maldestramente in questo caso a causa di una serie di spunti poco ispirati che sono andati a costruire una sceneggiatura assai sconclusionata ed inefficace.
Il film in realtà parte bene e qualche momento divertente lo offre, in parte grazie alla presenza dell'inossidabile Sharon Stone che interpreta un ruolo alquanto simpatico, ma il ritmo cala abbastanza presto e la trama diventa inconsistente e a lunghi tratti lenta e tediosa. I migliori momenti sono quelli che si vedono nel trailer, il resto è alquanto insipido e pure poco convincente - per non dire ridicolo. Ma come si fa a reggere una storia in cui un vecchio con la faccia di Woody Allen si accinge a far da pappone ad un uomo che pure ha superato da un po' la mezza età e che ha la faccia totalmente inespressiva di John Turturro che tutto ispira tranne che abilità seduttive? Il suo sex appeal infatti è pari a quello di un pesce lesso.
L'idea del gigolò poi al cinema è stata sfruttata diverse volte e nei più svariati contesti divertenti, solo che questo non è uno di quelli. Si ride veramente molto poco e la messa in scena diventa monotona soprattutto non appena entra in scena Avigail, vedova ebrea (interpretata da una diafana Vanessa Paradis) che con il suo abbigliamento castigato con tanto di parrucca (una tra le più brutte che io abbia mai visto, ma che quando le viene tolta per mostrare ad un certo punto la sua vera capigliatura, fa venire da urlare affinchè gliela rimettano immediatamente) e perenne cappottino nero che rende ancora più esile la sua magra figura, sembra la vedova di Calimero, anzichè di un rabbino che l'aveva messa incinta con la stessa rapidità con cui un coniglio maschio mette incinta un coniglio femmina... il suo personaggio appare lugubre e malinconico, non si capisce proprio come conquisti il cuore del gigolò (al quale basta forse solo vederla piangere un giorno, durante un massaggio in cui la sente confidargli che nessun uomo l'aveva mai accarezzata prima di allora, per innamorarsene? O forse gli basta vedere come pulisce il pesce per poi farselo insegnare per perdere la testa per lei? ...E questa sarebbe pure poesia alla fine?) perchè tutto in questo film è appena abbozzato - personaggi compresi, tutti senza reale spessore - e nulla viene approfondito. Eppure è proprio il rapporto tra Avigail e il gigolò, il cuore della trama che ad un certo punto s'inceppa e s'arrotola su se stessa non riuscendo proprio a raccontare molto altro di diverso, attraverso la sua fredda e statica narrazione a senso unico, dalla rigidità della comunità chassidica.
No, altro che commedia sentimentalistica dai toni profondi, è più semplicemente un abbozzo di idee incompiute e mezze assurde portate stancamente avanti in un film decisamente privo di vigore, inconcludente e deprimente - veramente di una noia e di una malinconia assolute, dialoghi compresi - che fa rimpiangere perfino i più brutti ed insensati film di Woody Allen e poi, è veramente troppo ascoltare verso l'epilogo, l'atona voce della Paradis cantare in napoletano alcuni versi di "Tu sì 'na cosa grande". A quel punto veramente non ho retto più...
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