Regia di Manetti Bros. vedi scheda film
Che in Italia sia scomparso per troppi anni il "cinema di genere" è assodato, e ricordato spesso sia dal critico che dall'appassionato di cinema qualsiasi, e che, per esempio, in Spagna, Francia e Inghilterra, il mantenimento in vita di tale categoria, oltre a costituire una branca del prodotto cinematografico nazionale viva e propositiva, può regalare piacevoli sorprese, consolidare carriere e lanciarne altre. I Manetti Bros., da anni presi in simpatia dalle frange più giovani della critica, ma non sempre aiutati dal sostegno del grande pubblico, sono tra quelli che più ci credono nel soffiare sulle braci della ripresa dell'ambito di cinema che dette vita, ai tempi della gloria, al western, al thriller, al polizi(ott)esco, al film di guerra nostrani: "Song'e Napule", che gioca nel titolo tra l'affermazione in dialetto della napoletanità come modo di essere, e lo sfondo della canzone partenopea più moderna, è una miscela divertente tra cinema d'azione e commedia ben recitata e assai sciolta. La storie contempla un poliziotto che nasce musicista e proprio per quello viene inflitrato in una band molto gradita in città, che suona in ricevimenti e matrimoni, e rischia doppio, perchè potrebbe finire male, ma anche mandare all'aria nuove amicizie e il sentimento che nutre per la sorella del leader del complesso: il tutto perchè il gruppo musicale suonerà ad una festa a cui parteciperà un imprendibile latitante....Le diverse improbabilità che accompagnano lo script, soprattutto nel finale, vengono attenuate dal netto non prendersi sul serio del film, che si fa seguire col sorriso, e inquadra una Napoli non banale: tra gli attori, ottimo Carlo Buccirosso nel piccolo ma succoso ruolo del funzionario, mentre il migliore risulta essere Giampaolo Morelli, che dovrebbe essere meglio sfruttato dai nostri cineasti.
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