Regia di James Wan vedi scheda film
Ed e Lorraine Warren sono demonologhi di fama, tengono conferenze affollate e vantano una lunga esperienza sul campo, approvata dal Vaticano. Della coppia è lei, sensitiva, l’ariete, mentre Ed raccoglie i reperti ancora indemoniati per nasconderli nella classica stanza chiusa, di cui solo lui ha la chiave. Se Insidious, il precedente horror di James Wan, dimostrava come fossero le persone e non gli oggetti a essere posseduti dal Male, qui è il contrario. Fino a un certo punto, perché dell’allegra famigliola con casa infestata è poi mamma Lili Taylor a essere “visitata”. L’evocazione. The Conjuring, scritto dai gemelli Hayes, si basa sulle esperienze extrasensoriali dei veri coniugi Warren, qui interpretati da Vera Farmiga e Patrick Wilson, ma grazie alla messa in scena di Wan si allontana dalla cifra pseudo documentaristica dell’horror modaiolo. Anche grazie alla traslucida ambientazione anni 70 il film coinvolge senza cercare originalità estetiche forzate o posticce ma restando funzionale a una cosa sola: la paura. Che per il regista è prima di tutto questione di sguardo, perché narrativamente tutto appare derivativo e nulla dovrebbe più stupire. Eppure no: bastano le attese, l’evocazione degli archetipi (il buio: bella l’idea della mosca cieca), persino l’usurato cigolio di una porta di legno. Gli stereotipi usati al meglio. Alla fine i Warren li chiamano a Long Island. Dove, per la cronaca, c’è una piangente cittadina chiamata Amityville...
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