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L'evocazione - The Conjuring

Regia di James Wan vedi scheda film

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La recensione su L'evocazione - The Conjuring

di maghella
6 stelle

Sul genere «case infestate», «esorcismi» si è davvero detto tutto... si è finito di dire tutto molti anni fa.
Con tutta la saga (anche lunga) di Hamityville e soprattutto con «L'esorcista» di Friedkin il genere sembrava già saturo, e solitamente ogni film che veniva proposto sul discorso pareva solo «minestra riscaldata». Eppure quasi ogni anno non manca mai un esorcismo cinematografico, che sia mockmuntary, che sia una bimba demoniaca, una famiglia intera, un sequel, un prequel, un «qualsiasiquel»... un  prete con crocifisso e demone a seguito appare sempre sul grande schermo.
Quest'anno molto successo ha avuto questo «L'evocazione- The conjuring», che ha sbancato i botteghini degli Stati Uniti in questa calda estate, che si sa, si presta sempre bene come stagione per gli horror.

Il film apre con la scritta: «tratto da una storia vera», e racconta le vicende di una coppia di «acchiappafantasmi»: Ed e Lorraine Warren. Lei una medium, lui un... un... acchiappafantasmi (credo), i due tengono conferenze seguitissime negli anni '60 in cui ci tengono a precisare come i fenomeni di possessione demoniaca siano molto rari, e che di solito ci sono sempre spiegazioni più che logiche e anche banali per rumori notturni e comportamenti poco consoni alla buona educazione.

Purtroppo non è così per la famiglia Perron, che compra una casa con molti sacrifici economici, ci va a vivere con tanta gioia... e presto scoprirà che è già abitata da spiriti e streghe. La prima parte, anche se molto scontata e «già vista» è ben girata. Porte che sbattono, cantina nascosta con tanto di scala buia e piena di ragnatele, bambine che parlano con «morticini» che diventano i loro amichetti dei giochi, immagini dal passato, orologi che si fermano alla solita ora tutte le notti, cani che abbaiano e non vogliono entrare in casa (perché nessuno dà retta ai propri cani?) e che immancabilmente ci lasciano il calzino... insomma tutto come da copione, ma ben fatto.
Soprattutto l'atmosfera anni '70 è davvero ben ricostruita, e per chi è cresciuto in casa «Hamityville» è un po' come riguardare un vecchio filmino di famiglia.

La seconda parte. I coniugi Warren decidono di salvare la famiglia Perron, con tutti i loro mezzi tecnologici dell'epoca si apprestano a catturare il demone, che è sempre più convinto di fare i suoi capricci a spese della mamma Perron, sarà lei infatti la vittima, quella da «possedere»... e qui comincia il carosello finale, troppo, ma davvero troppo lungo.

Non sarà il prete a esorcizzare la signora Perron (che intanto è diventata bruttissima come da copione, e che ha scelto ben 2 delle sue 5 figliole da uccidere), ma lo stesso Ed Warren, che con breviario alla mano, crocifisso e tanta tanta fede, inizia tutto l'ambaradan che serve.
Lungo, davvero lungo il finale, che  non riserva nemmeno una sorpresa, un colpo di scena, ma anzi si accartoccia in una confusa e pasticciata soluzione, spostando i demoni da una casa all'altra, ritornando ad una bambola infestata che si era vista all'inizio della storia, che ha preso di mira (ma guarda un po') proprio la figlia dei Warren. 

Quello che rende sufficiente e anche divertente (almeno per la prima ora) il film è la bella ricostruzione storica, gli attori bravi e anche alcune scene suggestive.
L'ultima parte è invece davvero banale e poco convincente, nemmeno paurosa.
Una mia riflessione.
Nel film «Hamityville Possession» di Damiano Damiani, oltre alla vicenda horror, vi era una ottima critica alla famiglia in crisi. Il diavolo colpiva il membro della famiglia più debole e metteva in crisi tutti gli altri componenti, veniva messa in discussione il concetto di famiglia come luogo «sacro» e protetto.
In «L'evocazione-The conjuring» la famiglia viene attaccata solo perché capita nel posto sbagliato al momento sbagliato, sarà proprio l'amore materno della donna posseduta a salvarla, più che il maldestro esorcismo. Nessuna critica sociale, ma solo una lista di cose «paurose» da mostrare. L'horror «intelligente» è quello che fa riflettere, senza nemmeno troppi effetti speciali. Se inserito in un contesto sociale critico, trovano senso anche gli zombie in un supermercato, un vampiro che si lascia intervistare, una bambina che lascia che il diavolo parli per lei, se la storia diventa solo fine a se stessa lascia il tempo che trova.

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