Regia di Chris Buck, Jennifer Lee (II) vedi scheda film
Frozen - Il regno di ghiaccio, è molto liberamente ispirato alla favola La regina delle nevi di Hans Christian Andersen.
Non aspettatevi la fedeltà al racconto originario dello scrittore, che per quanto posso ricordare è una storia decisamente più amara, complessa e ambigua, dove c'erano due amici (un ragazzo e una ragazza) come protagonisti e una altera regina misteriosa, mentre qui ci sono due sorelle separate forzatamente dal destino per un banale incidente, che lotteranno per superare paure, fragilità e ingenuità e diventare un po' più adulte e libere.
Dagli stessi creatori di Rapunzel, il film della Disney è un' opera per famiglie che ha poche attinenze col bellissimo cartone animato del 1957, dove dominano i buoni sentimenti, il senso della scoperta della libertà e della fiducia nelle azioni più nobili e altruistiche.
Ci sono tutti gli ingredienti tipici dell'animazione disneyana perfezionata al limite estremo: le canzoni da musical che introducono e presentano i personaggi (ammetto a volte un po' stucchevoli, ma è un difetto lieve che si può ignorare, se ci si lascia travolgere dalla bellezza spettacolare e suggestiva delle immagini da computer grafica dominate dai toni freddi del blu, azzurro e bianco) eroi e eroine positivi, ottimistici, divertenti e spiritosi, come le due protagoniste Elsa e Anna, sorelle che devono ritrovarsi, la renna Sven, il pupazzo di neve Olaf, il montanaro Kristoff che aiuterà Anna a raggiungere la sorella Elsa, isolata per paura nel suo ''superbo'' castello ghiacciato.
Il personaggio della regina Elsa, appare un po' semplificato, ridotto a una donna che teme sè stessa e il suo dono che la rende diversa, ma ciò non toglie nulla al fascino notevole della sua figura algida che cerca di proteggersi da chi vede in lei solo un mostro, e qui forse sta la vera novità di casa Disney che abbondona un po' dell'antico romanticismo legato alle consuete eroine femminili, e punta a sottolineare caratteristiche un poco più moderne e attuali come il bisogno di comprendere la propria natura e accettarla.
Anna, invece sembra il personaggio più ingenuo, fiduciosa e ottimista, costretta alla fine ad aprire gli occhi di fronte all'evidenza di ciò che è la realtà.
In tutto questo come da tradizione Disney, non manca il finale più giusto che accontenta tutti, e in fondo non guasta in una storia rivisitata quasi del tutto.
Per sognare un po' a cavallo della magia.
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