Regia di Edgar Wright vedi scheda film
Quello che uno spettatore qualunque si dovrebbe aspettare, andando a vedere un film dal titolo "La fine del mondo", è il classico mix di azione, tensione e catastrofismo al servizio di una trama semplice e scontanta. Non è, però, il caso di questo ultimo lavoro del regista inglese Edgar Wright, o almeno non lo è deltutto.
Possiamo dividere la pellicola in due parti ben distinte: fase pre-Newton Haven e fase Newton Haven (che originalità!).
Pre-Newton Haven:
La classica e anche un po' banale commedia in cui troviamo un personaggio (in questo caso un tale Gary King, interpretato da Simon Pegg) che cerca di riunire il gruppo di amici dell'adolescenza per tornare nel loro vecchio paese e rivivere, nel presente, una loro passata esperienza: l'epico tour alcolico di Newton Haven, fino a raggiungere il pub "The World's End".
Come ho detto prima, in questa prima parte (che non divide la pellicola a metà in senso di durata, sia chiaro) non troviamo nulla di particolare, niente che possa mettere in avvertimento lo spettatore su quello che sta per accadere.
Newton Haven:
La situazione precipita inevitabilmente quando il gruppo di 5 amici (o ex amici) si rende conto che tra gli abitanti del piccolo paese si nasconde una popolazione di robot-alieni che si è impossessata delle varie istituzioni e sta cercando di imporre la propria volontà (in un modo apparentemente pacifico) agli esseri umani rimasti. Questo stacco è netto e ammetto di essere rimasto particolarmente perplesso nel guardare la sequenza di scene della lotta contro il "vuoto" (così è stata ribattezzata la razza aliena) nel bagno di un pub.
Metabolizzato l'imprevedibile cambiamento di rotta la pellicola procede velocemente, tra azione e commedia, al limite dell'assurdo.
Nel complesso Edgar Wright fa un buon lavoro, regalandoci momenti divertenti e movimentati, concludendo il tutto con un finale che più distopico di così non si può. Certamente non tutto funziona alla perfezione e alcune scene, come certi dialoghi e battute, rasentano il ridicolo, ma non sarebbe altrettanto corretto, però, parlare di un film non riuscito.
Al suo quinto lavoro, Wright ci consegna un film che diverte e che non annoia, senza farci pentire del prezzo del biglietto.
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