Regia di Orson Welles vedi scheda film
VOTO 10/10 Citizen Kane è un film talmente mitico da meritare un'attenzione particolare anche in sede di recensione su film tv.it. In tutte le storie del cinema il film è indicato come un'opera rivoluzionaria che segnò un passo decisivo verso la "modernità" cinematografica; da alcuni decenni è in testa a pressochè tutti i referendum organizzati dalla critica internazionale per stabilire i più bei film della storia del cinema; infine, ha avuto moltissime citazioni e omaggi da parte di altri registi, tra cui mi limiterò a segnalare quello di Truffaut in Effetto notte. Ma quali sono gli attributi più evidenti della sua grandezza?
LE NOVITA' TECNICHE DEL FILM
Quarto potere contribuì in maniera determinante a un rinnovamento del linguaggio cinematografico, rinnovamento che si esprime prima di tutto nelle audacie della costruzione narrativa, con un uso sistematico e del tutto originale del procedimento dei flashback, che rievocano il passato filtrandolo attraverso le esperienze personali del personaggio che li introduce, arrivando così a raccontare lo stesso fatto con punti di vista completamente diversi (qualcosa del genere sarà tentato anche da Mankiewicz in La contessa scalza con ottimi risultati, pur senza arrivare alla genialità wellesiana). Le innovazioni sul piano narrativo riguardano anche il fatto che certe sequenze fossero confezionate a misura della musica (bellissima partitura di Bernard Herrmann), o anche che "interi episodi che investono un considerevole arco narrativo sono riassunti in poche inquadrature significative" (Guido Fink)
Ma se il film fu effettivamente rivoluzionario, lo fu principalmente per l'uso del piano sequenza e della profondità di campo che permisero di discostarsi dalle regole del decoupage classico allora dominante.
Infatti, come disse Bazin a proposito del film, l'uso del piano-sequenza, non guidando il pubblico attraverso il gioco del montaggio, aumenta la tensione e moltiplica i centri di interesse dell'immagine. Di conseguenza queste inquadrature sono caratterizzate dall'offrire contemporaneamente più informazioni : più cose di uguale importanza sono presenti contemporaneamente nell'inquadratura. Welles non proponeva più un decoupage univoco, ma permetteva allo spettatore di farsi il proprio decoupage, potendo scegliere a quale particolare prestare la propria attenzione e ridandogli una libertà di sguardo prima negata.
Un esempio è rappresentato dalla scena del tentato suicidio di Susan, la seconda moglie di Kane : vediamo l'interno della camera di Susan, con in primo piano il flacone di sonnifero da lei ingerito, dietro di esso il volto della donna e sullo sfondo la porta della camera che viene sfondata da Kane dopo che la moglie non ha risposto al suo richiamo. In questa scena, girata ricorrendo a una sola inquadratura, la porta sullo sfondo è perfettamente a fuoco, cosicchè si attua il montaggio interno per cui siamo liberi di guardare ciascuno degli elementi presi singolarmente o l'immagine nel suo complesso.
Un altro esempio famoso è la scena in cui la madre di Kane decide di affidare il figlio ad un tutore : vediamo all'inizio il piccolo Charles che gioca con una slitta in mezzo alla neve (la famosa Rosebud). Con un movimento all'indietro della macchina da presa, Welles ci fa scoprire i genitori di Kane che parlano col tutore Thatcher dopo aver osservato il figlio dalla finestra. L'inquadratura si articola così, grazie alla profondità di campo, su tre piani distinti : sullo sfondo il bambino che gioca con la slitta, in mezzo il padre e in primo piano la madre e il tutore. Anche qui abbiamo il montaggio interno, con la messa in relazione di tre diversi elementi e con la possibilità di poter guardare il bambino dietro la finestra mentre ascoltiamo le parole della madre e di Thatcher. In un film basato sul decoupage classico, invece, i diversi elementi sarebbero sicuramente stati rappresentati da un montaggio di inquadrature.
Il merito di queste innovazioni va senz'altro attribuito a Welles, ma bisogna necessariamente ricordare anche l'apporto di Gregg Toland, il geniale operatore di tanti film di William Wyler, che con l'uso di obiettivi grandangolari, di diaframmi molto chiusi, della macchina da presa a terra per proporre nuove prospettive fra le parti che compongono l'inquadratura, riuscì ad ottenere l'effetto di "deep-focus", ossia la profondità di campo, spesso accompagnata ad un uso particolarmente ardito dell'illuminazione.
IL CAST DEL FILM
Nel cast di Quarto potere il vero dominatore è naturalmente lo stesso Welles, capace di rendere con grande maestria sotto il profilo psicologico il difficile personaggio di Kane, che nel film passa dall'età di circa venticinque anni a quella di ottanta al momento della sua morte, obbligando l'attore/regista a portare un trucco che comunque non scade nell'inverosimile. Per quanto riguarda gli altri attori, ottimi i contributi di Joseph Cotten come Jed Leland, migliore amico di Kane, Everett Sloane e Agnes Moorehead nel ruolo della madre di Kane, che tornerà con una memorabile interpretazione nell'Orgoglio degli Amberson. Buona l'interpretazione di Dorothy Comingore nel ruolo di Susan Alexander Kane (Fernaldo Di Giammatteo la definì però una "copia malriuscita di Marlene Dietrich).
LE TEMATICHE AFFRONTATE DAL FILM
Secondo le parole di Welles, Quarto potere è lo "studio di un sultano che soffre di amnesia". Un'opera "bigger than life", dove giganteggia un magnate (ispirato alla figura di William Randolph Hearst) che pur di raggiungere i suoi obiettivi è pronto a non guardare in faccia a nessuno. La ricchezza che ha ereditato è la base del potere di Kane, eppure egli non si riposa sugli allori, ma investe il suo denaro nell'editoria e tenta la scalata politica e, pur non riuscendo a diventare presidente, influenza comunque le sorti del suo paese e viene a contatto con i grandi del suo tempo.
Oltre a tracciare il ritratto di Kane, il film ci mostra, nelle sue numerose contraddizioni, una società che si è sviluppata all'insegna del più sfrenato liberalismo. Il mondo dell'editoria e quello della politica vengono ritratti in maniera impietosa. Nel personaggio simbolico di Kane si riflette l'America dalla fine dell'Ottocento all'età di Roosevelt : infatti, come ci ricorda Claudio Valentinetti, nel riformismo paternalistico di Kane vi sono molti echi del New Deal rooseveltiano.
Il film mette in evidenza l'ambiguità del sogno americano, raccontandoci una storia destinata a finire male, con Kane che, pur essendo uno degli uomini più ricchi del mondo, viene abbandonato dalla moglie e rimane a camminare da solo attraverso le sconfinate geometrie di Xanadu. Kane era solo e bisognoso di affetto durante l'infanzia e si ritrova nella stessa condizione alla vigilia della morte. Per tutta la vita ha cercato di ottenere l'amore degli altri ma lo ha perso perchè non ne aveva da darne in cambio. L'unica persona che amava era se stesso. Del resto, come dice Thompson prima del finale, "Kane era un uomo che otteneva ciò che voleva per poi perderlo : Rosebud è forse qualcosa che non è riuscito ad avere o che ha perso". Arriviamo così al finale, che è stato criticato come una facile allegoria e come una schematica esaltazione della purezza dell'infanzia corrotta dal denaro e dall'ambizione. Rosebud (che vuol dire bocciolo di rosa e non Rosabella, come è stato tradotto in italiano) è un simbolo dei veri valori della vita, quelli che non sono soggetti al potere o alle leggi economiche. Il fallimento di Kane è, in fondo, quello di una società che per raggiungere la supremazia mondiale nell'economia e nella politica ha dovuto inevitabilmente accettare dei compromessi. Sembra che Welles non amasse molto la trovata di Rosebud e che la responsabilità di essa sia dovuta al cosceneggiatore Herman Mankiewicz.
In ogni caso, Welles ha negato ogni possibilità di identificazione autobiografica con Kane, eppure qualcosa di questo personaggio immenso e titanico si ritrova sicuramente nel suo autore, genio precocissimo che a soli venticinque anni cambia il modo di fare cinema e realizza un'opera straordinaria.
Per quanto riguarda possibili ascendenze letterarie, sono stati fatti i nomi di Joyce e di Borges, ma anche, e non a caso di Shakespeare, che, come è noto, influì moltissimo su Welles, sia a teatro che al cinema (memorabili i suoi adattamenti di Otello e Falstaff). Inoltre si può notare che il personaggio di Kane ha molte somiglianze con successivi personaggi wellesiani come Mr. Arkadin o Hank Quinlan, soprattutto per la loro smania di assolutismo : in fondo, Welles al cinema si era identificato soprattutto in ruoli di cattivo, in personaggi che, comunque, pur essendo degli sconfitti, conservavano una loro grandezza : Kane ne era stato il più evidente prototipo.
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