Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
Cinema intimo,velato di sottile e dolce nostalgia per un passato che non tornera' piu'.
Luchetti apre con la sua voce il film,ne parla soavemente muovendo il filo dei ricordi.Noi ne siamo partecipi,veniamo catapultati negli anni 70 che scardinano gli antichi valori conservatori,soppiantandoli con l'anticonformismo dell'arte e il prorompente femminismo.
Guido è un artista dalle ambizioni frustrate,inquieto sentimentalmente e artisticamente.La moglie Serena è una donna ancorata ai concetti arcaici della famiglia,in modo devozionale e con una certa frustrazione sorregge le strane performance del marito.E poi vi sono in figli:il piccolo Paolo e Dario,quest'ultimo alter-ego del regista,i suoi occhi posti come "finestra sul mondo" d'una crisi di famiglia.Luchetti in modo dolce e sincero sposta uno sguardo "retroattivo" sui luoghi della nostalgia passata.Una ricostruzione accurata degli anni 70 svolge la "full immersion" nella crisi uomo-donna con le relative reazioni.Kim Rossi Stuart e la Ramazzotti sono bravissimi nel dar corpo a due personalita' instabili,alla ricerca perenne d'una solida felicita'.E intanto il piccolo Dario osserva,alla stregua d'un "voyeur" a cui Luchetti ha l'ottima idea di "regalare" una cinepresa da 8MM.Dario diviene cosi un esploratore alla ricerca d'un affetto che solo il precoce talento sembra colmare.Le figure di Guido e Serena sono posti in quell'atmosfera vintage e ribelle tanto "settantiana".Tra performance artistiche discutibili e travolgenti amori saffici,la famiglia si sfalda e la coppia anche.Per poi soffrire,riprendersi senza mai lasciarsi,o almeno cosi' sembra.
"Anni Felici" rappresenta un oasi godibile del nostro cinema,un porto franco dei ricordi,dove tutti ci sentiamo al sicuro.Nonostante le mancanza affettive causate da genitori distratti,la vita scorre,Dario ne è partecipe,seguendone il flusso naturale di pulsioni "da grande".Luchetti ha l'enorme pregio di donare una scrittura consistente al racconto,tra inframezzi di filmini amatoriali,potenti nello "spezzare" il percorso della vicenda,chiarificando in modo nostalgico uno spicchio di memoria ancora vivo.La vacanza in un campeggio "femminista" è forse il momento piu' alto del film,per Serena è l'espressione d'un lato della personalita' represso dagli obblighi familiari,per Dario la scoperta dell'attrazione per il gentil sesso.Un rito d'iniziazione per un nuovo percorso di vita,tra amore,sensibilita' e passione artistica. Luchetti (ri)mette in moto i meccanismi della memoria dove tutti ogni tanto torniamo,forse per sentirci piu' felici,dato che allora lo eravamo ma non lo sapevamo......
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