Regia di Alexander Payne vedi scheda film
Illuso da una pubblicità ingannevole che gli fa balenare una vincita da un milione di dollari, un vecchietto va da Billings (Montana) a Lincoln (Nebraska) per ritirare il presunto premio, in compagnia del figlio che ha deciso di assecondarlo. Payne ritenta l’on the road generazionale dopo A proposito di Schmidt, che però era meglio strutturato e consentiva una spontanea immedesimazione con il protagonista. Qui, dopo la decima volta che Bruce Dern si fa ripetere una frase o si mette a vagare a piedi in autostrada, cessa di essere un simpatico rincoglionito e diventa ciò che sarebbe giudicato nella vita reale: un tizio irritante, cocciuto e menefreghista. Peraltro la sua vera meta non è Lincoln ma Hawthorne, lo squallidissimo paese dove ha trascorso infanzia e giovinezza e dove gli unici passatempi sono bere, fare sesso e guardare la tv: pochi ricordi piacevoli, qualche rancore rimasto in sospeso e un gruppo di parenti e amici che lo rivedono dopo decenni e non hanno nulla da dirgli, salvo provare a battere cassa quando intravedono il miraggio dei soldi. Ma, una volta imboccata questa strada, il film finisce per essere una commedia degli equivoci tirata troppo per le lunghe.
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