Trama
Un uomo (Robert Redford) si ritrova a confrontarsi con la natura più selvaggia. In mare aperto, dopo che il suo yatch di 14 metri urta contro un container, è costretto ad aggrapparsi alle sole proprie forze per vincere una disperata e solitaria lotta per la sopravvivenza. Con la radio fuori uso e una violenta tempesta da superare, sarà in balia delle correnti con la speranza di incrociare presto altre barche di passaggio sulla sua rotta.
Approfondimento
ALL IS LOST: UN UOMO CONTRO IL MARE
Scritto e diretto da J.C. Chandor, All Is Lost vede come suo unico interprete il premio Oscar Robert Redford, nei panni di un uomo senza nome e quasi silenzioso che rimane con la sua barca a vela in balia della natura selvaggia dell'oceano. Vento, onde, alte maree e squali rappresentano i pericoli che l'uomo, partito per un viaggio di quattro o cinque mesi in mare aperto, si ritrova ad affrontare, contando solo sulla sua esperienza da marinaio e sulla forza che l'età ancora gli concede. La sua odissea contro ogni tipo di sventura acquatica e la sua lotta per la sopravvivenza è seguita nell'arco di otto giorni, descritti da una sceneggiatura senza dialoghi e composta da sole 30 pagine. Con echi di Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway, All Is Lost è un omaggio alla genialità apparentemente senza limiti e alla forza di resistenza dell'uomo e ha come antagonista l'oceano e come "co-protagonista" Virginia Jean, una barca a vela di 39 piedi (per le riprese, lo scenografo John Goldsmith ha recuperato tre modelli di yacht Cal totalmente identici, secondo dettagliate informazioni date da Chandor sulla storia - mai esternata ma deducibile - che la barca a vela doveva avere alle spalle).
UN PROTAGONISTA SOLO
Considerata la natura solitaria di All Is Lost, il regista J.C. Chandor spesso indugia su Robert Redford mostrandolo nei momenti di tranquillità immerso nei suoi pensieri o nelle attività di routine a bordo di una barca. Ritratto mentre recupera rifornimenti dallo yatch che sta affondando lentamente o mentre si fa la barba (forse per l'ultima volta nella sua vita) davanti a un piccolo specchio, il protagonista è anche al centro di numerose scene di azione che lo vedono arrampicarsi sull'albero della barca o, come nella sequenza di apertura dopo lo scontro iniziale, saltare da un container all'altro.
Curiosamente All is Lost è il secondo film che vede Robert Redford interpretare un uomo solo che combatte contro la natura (e se stesso): era già accaduto in Corvo Rosso non avrai il mio scalpo! del 1972.
IN MARE APERTO
All Is Lost è interamente girato in acqua, in varie zone tra l'oceano Pacifico e i Caraibi, tra cui l'area al largo della costa messicana di Ensenada, a 80 miglia a sud della città californiana di San Diego. Il regista J.C. Chandor è ricorso agli effetti digitali solo per migliorare gli sfondi o rendere più "aggressive" le onde. Anche gli squali che si vedono in alcune riprese - così come tutti gli altri pesci - sono reali e sono stati filmati dalla troupe del film alle Bahamas (al largo della costa di Nassau e Lyford Cay).
Le sequenze di affondamento dello yacht sono invece state girate presso i serbatoi degli studios Baja, costruiti a Rosarito Beach da James Cameron per le riprese di Titanic. Al film hanno inoltre lavorato due differenti direttori della fotografia: Frank G. DeMarco, responsabile delle riprese sulla barca, e Peter Zuccarini, curatore delle riprese subacquee. Essendo quasi privo di dialoghi, in All Is Lost grande importanza ha la partitura musicale, affidata al cantautore Alex Ebert, leader della band Edward Sharpe and the Magnetic Zeros, con il divieto da parte di Chandor di evitare il pianoforte e il tipo di emozioni legate alla sua sonorità.
Note
"All Is Lost - Tutto è perduto" è un racconto in soggettiva, il cui punto di vista è affidato ora a Redford - volto scavato e immobile nella fatalista lotta per la sopravvivenza - ora all’acqua che lo circonda, autentica voce narrante. Con piglio sperimentale, Chandor pone l’accento sulla componente sonora, incessante nel restituire i rumori senza musiche invadenti né voce umana (eccetto il monologo interiore di apertura). Antispettacolare pur mettendo in scena tempeste e cataclismi, rende conto del declino irreversibile cui è destinata la civiltà del progresso, i cui elementi costitutivi (computer, radio) sono i primi a inabissarsi.
Trailer
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Commenti (12) vedi tutti
Patetico. Il film e purtroppo Redford,che non doveva arrecare questo vulnus alla sua carriera.
commento di DecimoTutto appoggiato sulle spalle di un Redford forse ingessato dall'età ma che se la cava con mestiere (e mica era facile!), il film si lascia vedere senza troppo coinvolgere ma neppure senza annoiare. Voto: 3 stelle e mezzo
commento di robynestaFare l'elenco delle cose inverosimili o incongruenti sarebbe troppo lungo, forse sono la particolarità della storia e il coinvolgimento emotivo a far maggiormente leva sullo spettatore
commento di daniel78Un uomo solo in una barca a vela con lo scafo perforato da una stupida e crudele coincidenza.... ma è solo l'inizio delle sventure.
leggi la recensione completa di BalivernaÈ vivamente consigliato fumarsi una canna prima di intraprendere la visione di sto scempio... Voto 0
commento di ScemaranBello vedere tutte le soluzioni al problema! Un esperto navigatore solo in mare. Da vedere!
commento di Wollas1Redford assolutamente fantastico in un film praticamente muto ! L'assenza di parola rende invasiva l'emozione visiva, come l'acqua che entra nella barca spaccata. E ora so come fare l'acqua potabile in mezzo al mare ! Voto 7.
leggi la recensione completa di ezzo24Forse qualcosa non è proprio possibile, ma al netto di questo, è un bel film. Grande Redford.
leggi la recensione completa di tobanisPellicola che ha i suoi buoni momenti !
leggi la recensione completa di chribio1Un catastrofico, ma con il cuore. Senza parole, ma in grado di esprimere tutto, grazie anche al sonoro che scandice i tempi. E con un interprete in grado di fare un film da solo, e di tenerlo in piedi alla grande.
commento di slim spaccabeccoIl coraggio di un uomo solo nel coraggio di un film muto. Con un disperato happy end. Come chi filma la valanga che lo inghiottisce, e trova alla fine qualcuno che gli tende la mano.
commento di stenlioL'ho trovato piuttosto faticoso, con tutti quei simbolismi pesanti, quelle ambizioni da film "importante"… Noioso.
commento di brian77