Regia di Stefano Grossi vedi scheda film
Nel calcio ognuno crede a ciò che vuol credere. Eppure esistono realtà di fatto incontrovertibili che, per convenienza politica, vengono omesse per far tornare i conti. Stefano Grossi sostiene una tesi coraggiosa e veritiera, documentata ma poco conosciuta: nelle vicende di Calciopoli, il pur colpevole Moggi fu eletto a Colpevole unico per permettere al sistema-calcio di cambiare governo ma non sistema, silurato da John Elkann e Luca Cordero di Montezemolo per fare spazio a una gestione diversa della società Juventus. Mentre Moggiopoli veniva smantellata, nessuno si accorgeva che sotto le rovine esisteva, al buio, un’attiva e simpatica Morattopoli, beneficiaria del regno protetta dalla Telecom di Marco Tronchetti Provera, salvata dal commissario Guido Rossi, legata a doppio filo alla Saras ed eletta a cittadella dell’onestà da una stampa impegnata a dare al pubblico ciò che il pubblico voleva. Ovvero: la testa di un colpevole, ma di uno soltanto. Passaporti falsi, intercettazioni telefoniche gravi quanto le altre, ma tenute ben nascoste nei cassetti e portate alla ribalta quando i reati, guarda caso, erano in prescrizione. Grossi denuncia la Banda degli Onesti - e i suoi 5 anni di monopolio e conseguenti trofei - sulla base di prove certe, consulta esperti e trae conclusioni empiriche in un’opera frontale e (volutamente) priva di inventiva grafica. Nel (bel)paese di Giralaruota tutto cambia perché nulla cambi. Avanti il prossimo.
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