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Benvenuto presidente!

Regia di Riccardo Milani vedi scheda film

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La recensione su Benvenuto presidente!

di nickoftime
6 stelle

Il cinema italiano ci sta prendendo gusto. Dopo la profezia di “Habemus Papam” (2011) ed il new deal di “Vivà la libertà”(2013) ad argomentare sui massimi sistemi ci pensa l' istant movie girato da Riccardo Milani.  Così ci appare “Benvenuto Presidente!”, il nuovo film del regista romano, sorta di copia incolla romanzato della vulgata politica e sociale che sta agitando i nostri giorni. La storia infatti mette in scena il contrappasso di un “presidente per caso”, erroneamente scelto tra la massa silenziosa, e pronto ad intepretare il malcontento generale, scoperchiando le magagne del potere. Giuseppe Garibaldi (Claudio Bisio) è infatti il prototipo dell’uomo tranquillo, oppure se volete, visto lo scenario agreste in cui ci viene presentato, il buon selvaggio, in grado di fronteggiare il bigger than life senza rinunciare ad essere se stesso. Un misto di ingenuità ed incoscienza sposata all'innato senso civico saranno la formula per stravolgere protocolli e consuetudini, con Giuseppe che rifiuta di raccomandare il figlio, da asilo ai barboni all'interno del Quirinale, oppure organizza esibizioni danzanti per celebrare i meeting con i grandi della terra, come capita al presidente del Brasile, conquistato dalla solidarietà del collega, ed arruolato per un insolita macarena a favore dei bambini dell'ospedale dove Giuseppe si è momentaneamente rifugiato. Una svolta umanitaria e democratica contrasta dai fautori dello status quo, decisi con ogni mezzo ad infangare la reputazione del neo eletto. In suo aiuto interverrà Janis (Kasia Smutniak), irreprensibile segretaria dal passato turbolento che finirà per innamorarsi di lui.

 
Girato con passo televisivo da Riccardo Milani “Benvenuto Presidente!” mette in campo lo spirito del tempo riassumendolo nel contrasto tra l’umanità ed il senso di giustizia del protagonista con la corruzione e l’ambiguità della classe dirigente sintetizzata dal trio di lestofanti incaricati di ostacolarne l'ascesa. Una dialettica che ingloba la vulgata della tribuna politica contemporanea, accentuata dal senso comico di un attore come Bisio, sempre pronto a buttarla in burla con frizzi e lazzi da slapstick comedy, e con una serie di indubbie trovate come quella di proporre due attori d’antan come Gianni Cavina ed Omero Antonutti, ingaggiati per il ruolo di grandi vecchi del business politico, oppure di rappresentare i cosiddetti “poteri forti”, quelli che reggono le file del paese, con un consesso di personaggi del mondo cinematografico, dal critico Gianni Dondolino a Steve Della Casa presidente della film commission che sponsorizza il film, ai registi Lina Wertmuller e Pupi Avati, intenti a mangiare – simboleggerà il magna magna dei nostri anni?- ed a dare ultimatum agli autori del pasticcio elettorale. Ma ci vorrebbe un regista grillino per trasformare il film in qualcosa di più di un semplice divertissment, perché se Milani è anche bravo ad incasellare i motivi del dissenso ed a ricostruirli non facendo mancare nulla alla storia, dai servizi segreti deviati alla teoria del fango presa in prestito da Saviano, è anche vero che alla fine a prevalere non è l’aspetto pubblico della questione ma quello privato relativo al personaggio, con la storia focalizzata più sui dilemmi amicali ed amorosi di Giuseppe che sulle sue responsabilità presidenziali. Ed anche l'aria sessantottina, con la presenza di una mamma pasionaria interpretata da Piera Degli Esposti e con lo spirito del Che racchiuso nel pugno chiuso che accompagna la canzone a lui dedicata, è più il frutto di una nostalgia estemporanea che di una dichiarazione d’intenti cinematografici. Da qui il conformismo ed il policamente corretto che affievolisce i propositi evocati in premessa. Un limite che colloca "Benvenuto Presidente!" nella fascia dei film piacevolmente innoqui.
(icinemaniaci.blogspot.com)

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