Regia di Beto Brant, Renato Ciasca vedi scheda film
La romanza sfigurata acquista solo d’intensità. La follia bruta è una forza che scavalca l’apparenza e le regole della convenienza. L’amore tra il fotografo Cauby e Lavinia, un’ex prostituta che un predicatore ha salvato dalla strada, è un disegno dai contorni rabbiosi e dai colori sbavati, che si diverte a tingere l’intimità di un selvaggio estro artistico. La sessualità, in questo modo, diventa l’abbraccio danzante tra due anime che giocano a rimpiattino; ognuna lascia che l’altra la intuisca da lontano, senza mai rivelare nulla di se stessa. Il mistero non vuole trasformarsi in chiarezza, perché preferisce rotolarsi in quel poetico pasticcio in cui i corpi si parlano in codice, nella speranza di non essere capiti fino in fondo. Là fuori qualcuno urla davanti alla folla. È un santone, il presentatore di un circo, il portavoce di un movimento politico. La gente, intorno a lui, dapprima tace, poi si mette a cantare, ad applaudire, a ballare. Il rumore delle idee è un fattore aggregante. Il silenzio, invece, divide in maniera sommessa e seducente, perché incanta il pensiero, anziché aggredire il cuore. Il marito di Lavinia è il pastore Ernani, un uomo di grande fede e di sogni smisurati. Vive nell’utopia di un mondo migliore, più giusto, più pulito, nel quale i poveri non debbano più soffrire a causa dei soprusi dei ricchi. Un regno dei cieli in cui l’acqua del fiume non è più inquinata dagli scarichi delle industrie del legno. E nel quale a tutti è riservata una speranza. Anche a quella ragazza che, una mattina, Ernani trova scalza e barcollante su un marciapiede. Il miracolo della redenzione è il miraggio che lo abbaglia, impedendogli di notare la bellezza che spesso si cela dietro le varie piccole miserie umane. La carne che pecca è santa, come osserva Viktor, il poeta amico di Cauby. L’origine dell’errore è una fantasia innocente, che crea in assoluta libertà, ignorando le leggi di Dio. È un flusso di versi sciolti, che mescolano una sofisticata visionarietà con una primordiale saggezza; ed è così che, nella mente, nascono i progetti che offrono una via d’uscita alle situazioni più difficili. La verità contenuta nella Bibbia è troppo esplicita ed universale per fornire la chiave d’accesso alla felicità, che è diversa per ogni individuo. È frutto di un’immaginazione semplice ed estemporanea, che va gelosamente custodita, e non può essere data in pasto al mondo. È il messaggio segreto che Lavinia consegna a Cauby in una scatolina ermeticamente chiusa, che si può aprire solo distruggendola. È un regalo che sa aspettare il momento giusto, per rendersi utile e mostrare il suo valore, e non può essere sprecato come un oggetto mediocre, buono per tutti i giorni. La sua nascita deve avvenire in maniera drammatica e dolorosa, come un vero parto naturale. Occorrono le lacrime e il sangue per dargli il battesimo dell’umanità sofferente, le cui passioni sfilano lungo il confine tra la vita e la morte. Tra la salute e la malattia, tra l’integrità fisica e la mutilazione, perché il sacrificio è il sacro sigillo dell’amore che si dona nella consapevolezza di poterlo perdere. Quello tra Cauby e Lavinia è un sentimento funesto, la cui evoluzione è scandita da eventi tragici e violenti. Ma ogni lacerazione rafforza il loro legame. I traumi sono i punti d’approdo nella tempesta dell’incertezza. Il dilemma si scioglie con una improvvisa e radicale rinuncia, con il distacco da un pezzo fondamentale della propria vita. L’ambiguità si risolve da sé, come la spirale del caos che finisce per strangolarsi. Viktor rimarrà ucciso dai suoi paradossi. Alla fine sopravvivrà soltanto la solitudine, insieme alla paura che essa incute, e alla conseguente voglia di fuggire, per tornare indietro, al punto in cui si è fatalmente usciti di strada. Allora si riprende tardivamente il cammino, e intanto non si è più quelli di prima. C’è qualcosa in meno, che spinge a farsi forza ed acuire i sensi. Il quadro è infranto, ma si può immaginare di rivederlo intero. Magari con qualche venatura aggiuntiva, che ricorda la battaglia combattuta da due esseri derelitti per poter stare insieme.
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