Regia di Paul Feig vedi scheda film
Diciotto anni e un Oscar dopo Un amore tutto suo, Sandra Bullock è sempre la fidanzatina d’America, e ancora non ci stufiamo di vederla nei panni di sfigata e probabile zitella che di botto scopre di avere il potenziale per essere una bomba. Nei rigidi tailleur pantalone dell’agente FBI Ashburn, è l’eterna prima della classe: ha più fiuto di un cane antidroga ma è sola come un cane. Anzi: single per scelta (?), perfino il gatto che le tiene compagnia sul divano non è suo, ma della vicina. In trasferta a Boston per scovare un boss del narcotraffico, pesta i piedi alla poliziotta badass Mullins, ovvero Melissa McCarthy nelle ormai abituali vesti di incontenibile canaglia dalla parolaccia facile. La trama poliziesca è poco più di un pretesto per combinare sullo schermo i talenti brillanti di due reginette della commedia, la cui chimica è innegabile mentre ricalcano, in versione femminile, le classiche dinamiche da buddy cop movie (sbirro ligio al dovere vs. sbirro sboccato e un po’ folle, entrambi infallibili). Paul Feig, reduce dal successo di Le amiche della sposa, spinge il pedale dello slapstick facendo di Bullock e McCarthy (la prima un po’ nell’ombra della seconda) due corpi comici a tratti quasi cartooneschi, partendo da uno script che concede poco al politicamente scorretto (giusto una gag ricorrente sugli albini) e si accattiva un pubblico parecchio stratificato: il sequel è già in cantiere.
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