Regia di Jean-Marc Vallée vedi scheda film
Texas, 1985: un rude operaio petrolifero contrae l’Aids in uno dei suoi numerosi rapporti occasionali; i medici gli danno un mese di vita, ma lui comincia ad assumere farmaci borderline, non ancora approvati ma neanche proibiti, che riescono almeno a rallentare il decorso della malattia. Il film si concentra sul periodo della prima diffusione dell’Aids, quando era ancora considerato “roba da checche” e si doveva combatterlo a mani nude; sceglie come protagonista un omofobo praticante che da un giorno all’altro si trova emarginato dai compagni di lavoro ed è costretto a subire sulla propria pelle il concetto di discriminazione, eppure non si arrende e reagisce informandosi (cosa che, nell’era pre internet, non significa smanettare su un computer ma recarsi in biblioteca); insomma, racconta il faticoso passaggio dall’ignoranza all’autoconsapevolezza. Quando già sembra avviarsi a diventare il nuovo Philadelphia, però, si imbarca in una risaputa crociata del singolo contro le lobby dei cattivi (qui le case farmaceutiche, ma poco cambia), non chiarisce la metamorfosi del nostro eroe da malato terminale a manager rampante, gli affianca due personaggi didascalici come quelli di Jared Leto e Jennifer Garner e lo conduce verso la solita vittoria platonica. Tutti ingredienti che possono servire a procurare qualche Oscar (obiettivo centrato), ma non a segnare una pietra miliare come ha fatto il film di Demme.
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