Regia di Jean-Marc Vallée vedi scheda film
Crudo e violento, lungamente incentrato sul personaggio di Ron Woodroof (Mattew McCounaghey), “Dallas Buyers Club” narra l’epopea personale di un malato di AIDS in lotta contro il sistema sanitario ed i metodi convenzionali. Un uomo rude, solitario, ma soprattutto solo, che deve pian piano aprirsi agli altri per evitare di morire. Alla fine, la sua passione per la giustizia e contro le multinazionali lo porta a fingersi prete, uomo d’affari, medico, pur di fornire medicinali realmente efficaci da distribuire (o “spacciare” a seconda del punto di vista) nel suo club, una sorta di ospedale alternativo. Aiutato prima dal trans Rayon (Jared Leto) e poi dalla dottoressa Eve Saks (Jennifer Garner) la lotta contro la sua malattia diverrà presto principalmente la lotta contro il sistema delle multinazionali farmaceutiche orientate più al profitto che a salvare vite.
Più che le immagini, le tematiche e lo stile cruento, ciò che risulta maggiormente impressionante è la capacità di immedesimazione dei due protagonisti, Leto e McCounaghey, entrambi dimagriti uno sproposito per questa interpretazione ed aiutati da Adruitha Lee e Robin Mathews, i truccatori non a caso premi Oscar assieme proprio ai due attori, in occasione degli Academy Awards del 2014.
Un film atipico, perché lo stile, completamente privo di filtri, assolutamente improntato al realismo, pervicacemente mosso dalla voglia di verità, ha una crew semisconosciuta (truccatori premi Oscar compresi): dai produttori Robbie Brenner e Rachel Winter agli sceneggiatori Craig Borten e Melisa Wallack, fino al regista (e montatore insieme a Martin Pensa) Jean-Marc Vallée. Un film sostanzialmente indie, nel pensiero prima ancora che nella realizzazione.
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