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La guerra del cittadino Joe

Regia di John G. Avildsen vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su La guerra del cittadino Joe

di John_Nada1975
6 stelle

Il film che ha rivelato uno dei più grandi attori anche protagonisti della sua generazione, ma sempre con il phisique du ?ole e la faccia da caratterista, quale Peter Boyle

Noto pure in Italia, tanto che venne scelto poi da Lizzani per la parte di "Crazy Joe" Gallo nell'omonimo film del 1973, tra i primi prodotti negli Stati Uniti dal fuggitivo per bancarotta Dino De Laurentiis.

Boyle così bravo e debordante nel suo ruolo di operaio arrabbiato e non riconciliato(per il quale non userò mai il termine di "fascista" così abusato nei suoi confronti, perché rinunzio volentieri ai bonus in termini di "chissenefrega" offerti dal suo utilizzo su una rivista ostentanente di sinistra), che offusca pure il co-protagonista della buona borghesia agiata Dennis Patrick, interprete di vaglia dal curriculum estremamente variegato e versatile.

Con le dovute distanze stilistiche e di regia avildsiana ancora un pò acerba, e carenze anche volute come per una fotografia piuttosto o volutamente grezza, e da documentario-curata dallo stesso Avildsen-, si può certamente dire che molto di "Taxi Driver" è stato compiutamente portato tematicamente a galla, con questo film di circa cinque anni prima.

Non sarà quindi forse neppure un caso, che nella pietra miliare scorsesiana ritroveremo proprio Boyle in una sequenza da citare ad imperitura memoria e ripetizione dei dialoghi e della situazione, e in ruolo quello del "Wizard/Mago" collega del turno notturno da tassinaro di Travis Bickle, che potrebbe essere quasi la prosecuzione del Joe dì questo, di film, ormai "filosofo" della notte e riappacificato, se solo fosse in qualche modo riuscito a scampare dalla carneficina compiuta nel finale.

Un pò datato per certi considerazioni "borghesi" tipicamente dell'epoca e molto poco adattabili alle generazioni dell'oggi e ai gap che ne derivano come invece qualcuno trova,  e per delle non esaltanti scelte musicali e di utilizzo delle stesse(il migliore è il triste-tema ballata finale), oltre che per la scena permissivista dell'orgia con le sciroccate hippie in luce rossa.

 

John Nada

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