Trama
2013. Una misteriosa epidemia si diffonde su tutta la Terra. La trasmissione, che provoca morte istantanea, avviene attraverso gli spazi aperti e, nella paura più irrazionale, l'umanità è costretta a rimanere intrappolata all'interno degli edifici. Quando anche la città di Barcellona sprofonda nel caos, Marc deve riuscire a ritrovare la fidanzata Julia, scomparsa nel nulla, ma soprattutto deve farlo senza mai avventurarsi fuori.
Approfondimento
THE LAST DAYS: APOCALISSE E AGORAFOBIA
Dopo che la diffusione di uno strano ed opprimente virus mortale condanna gli esseri umani a vivere in maniera claustrale e a lottare per la propria sopravvivenza, a Barcellona Marc, rimasto intrappolato nel suo ufficio, si ritrova separato da Julia, la sua donna, e per ritrovarla è costretto a collaborare con Enrique, il suo peggior nemico. Scritto e diretto da Alex e David Pastor, The Last Days nasce nel 2007, durante la realizzazione di Carriers, l'opera prima dei due fratelli registi. Chiusi in una sala di montaggio al settimo piano di un palazzo di Manhattan, i Pastor cominciarono a chiedersi cosa sarebbe successo a quegli edifici che vedevano intorno a loro nel momento in cui qualcosa li avrebbe isolati in maniera incontrollabile. Concepito con un presupposto apocalittico alquanto semplice, The Last Days trova originalità nella maniera estrema in cui tale domanda incrocia il tema dell'agorafobia, dipingendo un'umanità che, ormai assuefatta al progresso, perde la sua capacità di vivere in luoghi aperti ed è condannata a rimanere prigioniera degli edifici stessi.
Seguendo l'onda di film come L'angelo sterminatore di Luis Buñuel e I figli degli uomini di Alfonso Cuarón, la genesi dell'epidemia non viene mai spiegata, lasciando aperte varie ipotesi sulle cause che hanno portato alla sua diffusione.
LE COLPE DEL PROGRESSO
In The Last Days il progresso ha disabituato gli uomini alla sopravvivenza e li ha allontanati dagli istinti primordiali e Mark, interpretato da Quim Gutiérrez, è l'archetipo dell'uomo moderno che, spinto dalle circostanze, deve regredire a uno stadio più primitivo per ritrovare la sua felicità. In un certo qual modo, l'apocalisse e la distruzione del mondo fanno da preludio a una speranza che apre la strada a una rinascita e a un nuovo inizio. Mentre Carriers, il precedente lavoro dei Pastor, è un film sui peggiori istinti umani di sopravvivenza, The Last Days è il suo contraltare che, in antitesi, esalta il ritrovamento di abitudini e di modi di agire persi con il sopraggiungere della modernità.
LA FINE DEL MONDO A BARCELLONA
Rivisitando il genere apocalittico, The Last Days è al tempo stesso thriller, film d'avventura, buddy movie e road movie e si svolge tutto nelle viscere di una città moderna. La storia ha luogo a Barcellona ed è la prima volta che la metropoli spagnola si trova al centro di un'apocalisse cinematografica, anche se ovviamente un evento come la fine del mondo interesserebbe ogni parte del pianeta. Scelta dai registi per essere la loro città natale, quella in scena è una sorta di Barcellona al contrario, dove le strade sono deserte e popolate di animali e le persone vivono sottoterra, con i tunnel della metropolitana trasformati in viali e le stazioni in campi profughi. Nel suo viaggio di ricerca, Mark percorre la stessa strada di tutti i giorni ma quello che era un tragitto di 20 minuti si trasforma in un'odissea di tre giorni cosparsa di mille insidie.
Note
Dal cinema di genere in miglior salute (industriale) d’Europa, quello spagnolo, un film catastrofico che ha negli occhi i battiti del videoclip, i luoghi di Carpenter e i morti viventi di Boyle: i Pastor, già autori negli Usa di "Carriers", raccontano di un mondo degradato, in crisi morale ed economica, incapace di vivere la vita vera, fermo in uno stallo prossimo alla putrefazione. Ma questa trita parabola moralista dal simbolismo naïf non coinvolge a nessun livello, nonostante nel finale abbia l’ardire di sfidare il ridicolo affidandosi a un immaginario da pubblicità progresso.
Trailer
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Commenti (4) vedi tutti
L'idea-base è innovativa, ma lo sviluppo è il solito già visto altre volte. Solo la scena finale vale l'intero film (vedi Elsa Morante...). Voto 6.
commento di ezzo245 non mi e piaciuto
commento di eros7378Qualche scivolata sul finire, ms siamo sempre difronte a una buona produzione di genere con idee e con ardire. Due dei migliori attori spagnoli di sempre chiudono il cerchio per un film (e un cinema) che batte i pari categoria europei.
leggi la recensione completa di scapigliatoE' davvero raro vedere film sulla fine del mondo così intensi, intelligenti e spogli di clichet. Un vero capolavoro che consiglio a tutti gli amanti della vera fantascienza. Grandi gli attori e tesissima la regia. AVERCENE!
commento di robgorhar