Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
NOIR IN FESTIVAL 2021
Lester Parson è un maturo nullafacente che completamente soggiogato dal gioco delle scommesse sulle corse equine, non trova meglio da fare che sedurre facoltose vedove per spolparle di tutte le loro sostanze per dare sfogo a questa sua onnivora dilagante mania. Salvo poi sbarazzarsi di costoro, eliminandole in modo sempre più brutale, al punto da iniziare a provare più piacere nell'eliminare codeste donne, piuttosto che dedicarsi alle scommesse.
I veri problemi pratici per l'uomo giungeranno quando un suo emulo inizierà ad imitarlo, riuscendo scaltramente ad indirizzare i sospetti della polizia su di lui.
Scoprirà sulla sua pelle la vera identità dell'assassino suo emulo, scoprendo che si tratta di qualcosa di assai strettamente legato alla sua persona.
Da un soggetto di fatto quasi geniale dello stesso Fulci, che ne cura completamente la stesura narrativa, Quando Alice ruppe lo specchio si perde nella povertà dei mezzi con cui fu per forza di cose realizzato, nella fotografia sciapa che pervade la relizzazione, e nella destinazione "direct to video" verso cui fu concepito tutto un progetto per ovviare problematiche inevitabili di censura, riguardante una serie di horror efferati diretti da specialisti del genere come Fulci e Umberto Lenzi, che ne ha ridimensionato le ambizioni, facendo prevalere un dilagante senso di banalità che un progetto a destinzione cinematografica probabilmente avrebbe avuto la dignità di evitare.
Squalificato ulteriormente dalla inesistente presenza scenica del loffio protagonista, un Brett Halsey collaboratore tutt'altro che nuovo del cinema di Fulci, ma qui al suo minimo sindacale, il film non sfrutta le buone idee del soggetto ed appare rozzo, girato male e pervaso di un umorismo sin troppo fuori controllo che pare stonare con le intenzioni gore verso cui si avvia la svolta narrativa.
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