Regia di Sebastián Cordero vedi scheda film
Tutto verosimile e poco meno che probabile, per un dramma fantascientifico da spottone NASA ben girato e benissimo recitato, che traguarda l'epica filosofica di uno shock culturale da probabilismo evolutivo e riporta la questione del progresso umano nella dimensione melodrammatica di un sacrificio che valeva la pena di essere compiuto.
Un veicolo spaziale con i sei membri di un equipaggio internazionale viene inviato sulla quarta luna di Giove in cerca di vita. Tra tempeste solari, atterraggi sfortunati e avventatezza dei cosmonauti, saranno i sei a perdere la loro. Giusto in tempo però, per inviare a Terra le immagini di una sensazionale scoperta scientifica.
Una fantascienza del possibile a portata di Canadarm.
Prima del Gravity di Alfonso Cuaron e dopo il The Blair Witch Project di Eduardo Sánchez, un altro latino (americano) alle prese tanto con il futuribile di una fantascienza in presa diretta quanto con lo pseudo realismo di una tensione da found footage. Diciamolo subito, da un punto di vista produttivo e delle scelte di casting siamo a parecchie unità astronomiche di distanza dalle sperimentazioni pauperistiche del successivo Approaching the Unknown, dove il fascino latino di Mark Strong (al secolo Marco Giuseppe Salussolia) non basta a risollevare le sorti di un monologo astronautico da suicidio assistito alla ricerca della vita (su Marte) che un simpatico recensore in rete definiva come un film in cui l'attore si limitava a "svitare cose". Qui l'azione è poco più che movimentata, affidata ad un montaggio che alterna sapientemente i piani temporali tra conferenze stampa ed interviste a Terra da un lato e le peripezie dei nostri eroi lanciati a fionda gravitazionale verso l'Europa medicea dall'altro, inaugurando l'epopea della prima missione umana extraorbitale dopo l'exploit lunare dei tempi della corsa allo spazio. Tutto verosimile e poco meno che probabile, per un dramma fantascientifico da spottone NASA ben girato e benissimo recitato, che traguarda l'epica filosofica di uno shock culturale da probabilismo evolutivo attraverso evoluzioni extraveicolari da International Space Station e dinamiche relazionali nella gravita' artificiale di 2001: A Space Odissey (con tanto di citazione musicale metacinematografica straussiana), replicando un famoso incidente con l'idrazina, tempeste solari da black out comunicativo, letali radiazioni ionizzanti del gigante gassoso e trivellazioni planetarie sul pack spesso un paio di chilometri e lontano quasi un miliardo. Insomma non ci si annoia quasi mai, si riflette sulle solite questioni umane del mal di spazio e della solitudine cosmica, finendo con una tensione della scoperta che elogia l'eroismo dei singoli e l'irresistibile propulsione della spinta conoscitiva, riportando la questione del progresso umano nella dimensione melodrammatica di un sacrificio che valeva la pena di essere compiuto (con tanto di dedica nel post credit alla madre morta durante le riprese) e trasfigurandosi nel sublime incontro con le tentacolari fluorescenze aliene di un The Abyss nelle profondità di un oscuro e freddo oceano extraterrestre. Non ostante la frammentarietà di un racconto che si affida alla finta casualità nel montaggio del girato e delle ristrettezze scenografiche di una produzione in sordina (interamente girato nei Cine Magic Studios di Brooklyn), trova nell'ottimo script, nella verosimiglianza delle ambientazioni e nelle caratterizzazioni degli interpreti la carta vincente di un modo intelligente di intendere un genere che, dopo la fantascienza metafisica sovietica e le spettacolarizzazioni avveniristiche di quella hollywoodiana, sembrava non aver più molto da dire. Cast internazionale con menzione speciale per la rumena Anamaria Marinca e per lo svedese Michael Nyqvist, recentemente scomparso. Nomination al Sitges - Catalonian International Film Festival 2013 e distribuito prevalentemente nel mercato dell'on demand.
"Maremma 'mpestata ladra!...L'hai visto anche tu?!!!"
"Ma no, sei troppo stanco. Te ttu c'hai le traveggole!"
"Mmmm...Eppur s'è mosso..."
(apocrifo pisano)
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