Regia di Sebastián Cordero vedi scheda film
Non sono gli alieni cephaloctopodi la ''sorpresa'', la meraviglia, ma quell'ultimo gesto umano compiuto (''in nome della scienza'') : di una tenerezza, di una speranza e di una concretezza annichilenti (e spronanti).
La primordiale (s)congelata pozza dell'Eden.
A voler essere pignoli :
oggettivamente : [ * * * ½ ] - (s)oggettivamente : [ * * * ¾ ] - soggettivamente : [ * * * * ].
Ma il sistema stella-numerico di ftv consente solo 10 possibilità perciò sono più che felice di affibbiargli un 8 pieno, di tutto cuore.
"Tutti questi mondi sono vostri...eccettuato Europa. Non tentate là alcun atterraggio."
Arthur C. Clarke – “ 2010 : Odyssey Two ” ( cap. 53 : un Dono di Mondi ) – Luglio 1981 - Marzo 1982 ( trad. ital. di Bruno Oddera, Rizzoli, 1983 )
I. Al ghiaccio sole di Lucifero.
Meraviglioso ( e non solo perché si muove in un ambiente ontologicamente portentoso, dai risvolti sbigottenti e dal portato sbalorditivo ), piccolo esempio di cinema-possibile, che balza fuori all'aria dalle immote acque dell'oceano-cinema nel punto in cui tre correnti pelagiche – ovvero quelle di fantascienza, mockumentary e found foutage – ( tra le tante, all'elenco, fuori argomento, potremmo aggiungere : creative non-fiction, reportage narrativo, docu-drama e via di seguito : la contaminazione tra i generi – con la comparsa di nuove specie in seguito a questi accoppiamenti in apparenza poco giudiziosi – è pratica oramai consueta, pleonastica, quasi a rischio inflazionistico, ma è bene ricordare che è nata col cinema stesso e ne ha fatto sempre parte, a partire da “la Sortie de l'Usine Lumière” ( il primo film della storia è un documentario di finzione ) e proseguendo con Dziga Vertov, Robert Flaherty, Jean Vigo, L. Bunuel, O. Welles, passando poi per Stan Brakhage e Norman McLaren e arrivando sino a "the Atomic Café", F. Wiseman, E.Morris, A.Jarecky e W.Herzog ) vanno a riunirsi, scontrarsi e confluire scambiandosi informazioni, metodologie e stili formando così una fertile brodaglia la cui somma è più prolifica, fruttifera e feconda d'idee e d'inventiva delle tre parti separate e solitarie : allo spettatore il compito di schremare la schiuma in superficie e s'è il caso tuffarsi inabissandosi a riveder altre stelle – pescando sempre cose belle ( attenzione : “il Sole e le altre Stelle” : prima di Cristoforo Colombo, Tycho Brahe e Galileo Galilei già la letteratura ( postmoderna e massimalista ) di Dante Alighieri superava il sistema tolemaico ) – a guisa di camini, caldere e fonti termali sottomarine.
“Europa Report” da questo PdV è accomunabile, pur certo solo alla lontana ma da lì ben riconoscibili le caratteristiche ( la grammatica scelta per raccontarsi e l'epistemologia cinematografica messa in atto : ché tutto il cinema, tutta l'arte, è auto-critica ), al per il molti versi più che discreto ma per lunghi tratti incoerente ed in conflitto interno levinsoniano ''the Bay''.
Contestualizzandolo al suo spazio-tempo, e senza torcerlo troppo, e utilizzandolo oggi, quando ogni spettatore ( sia esso astronauta o fanzinaro, tecnico aerospaziale o appassionato-di-qualcosa ) è diventato un film-maker, riascoltiamo Benjamin :
“Il cinema svaluta il valore culturale non soltanto inducendo il pubblico a un atteggiamento valutativo, ma anche per il fatto che al cinema l'atteggiamento valutativo non implica attenzione. Il pubblico è un esaminatore, ma un esaminatore distratto.“
Walter Benjamin – “ l’Opera d’Arte nell’Epoca della sua Riproducibilità Tecnica ” – ( XV : l'Equivoco della Contemplazione ) – 1936 ( trad. Enrico Filippini, Einaudi, 1966 )
Detto questo potremmo anche andarcene tutti quanti a casa a ripiegar sui dagherrotipi. Aggiungerei però : ''distratto verso le emozioni'', per quanto riguarda il pubblico-critico, e : ''distratto verso il contenuto profondo'', per quanto riguarda il pubblico-spettatore.
Di fatto, da spettatore appassionato, "Europa Report" è uno di quei pochi film che ultimamente è riuscito a tenermi incollato lo sguardo allo schermo e le orecchie in stereofonico ascolto...
Fare-ricevere esperienza attraverso un film, e se assistendo a quel film ( il film di un Autore e non un home-movie improvvisato ) un giovane essere umano un giorno decidesse di... A tal proposito si vuole qui rimandare al momento più retorico e più commovente dell'opera di Sebastián Cordero ( un regista non certo alle prime armi ma la cui carriera fino a qui e oltre mi rimane ancora sconosciuta ), quando l'astronauta interpretato da Sharlto Copley ricorda quando a scuola vide il filmato di Neil Armstrong camminare sulla Luna e proprio lì si disse : “E' quello che voglio fare” ( per l'astronauta interpretata da AnaMaria Marinca invece siamo più dalle parti dell'Intagliatore Steiner o del Piccolo Dieter : “ Ditemi immatura, irresponsabile, arrogante, ma voglio solo andare più veloce e lontano di chiunque prima di me ” ).
II. Tutti questi mondi sono vostri...
Altri due film hanno utilizzato Europa come sfondo del racconto, come parte della trama o come ingrediente del narrato :
--- “ 2010 : Odyssey Two ” – Peter Hyams – 1984 : ottimo film - licenziato col benestare placito e silenzioso di Kubrick - di quando Hyams ancora non s'era bevuto il cervello : sto parlando del periodo in cui sfornò piccole pietre miliari ( semi derivative ma quanto mai riconoscibili e stile-dotate ) come “Capricorne One” e “Outland”... Splendido il monolito emissario in avanscoperta stazionante su Europa che si erge nel finale da uno specchio d'acqua, in contrapposizione a quello di 2001 ch'era situato in un paesaggio roccioso semidesertico, tra la savana e le poche pozze d'acqua delle Gole di Olduvai, nella Rift Valley, o giù di lì.
--- “ Paradox Alice ” – Eric (Erika) Dapkewicz – 2012 : non lo posso giudicare non avendovi ancora assistito ( nel frattempo l'autore gli ha dato un seguito sotto forma di graphic novel ), ad ogni buon conto dal solo trailer si può comunque tentare un pacato giudizio : cacata megagalattica ( un grado d'orizzonte sopra alla Asylum, per intenderci : il fatto è che se orbiti in zona Asylum...usufruisci del salvacondotto Asylum, ma se ti ritrovi ad essere appena di un poco superiore per qualità alla Asylum...ricadi immediatamente nel pozzo delle stronzate sesquipedaliche, fuori dalla sua zona di protezione ). Questo articolo non contribuisce ad ammorbidire un poco il giudizio : http://nerdreactor.com/2013/10/10/paradox-alice/
Senza dimenticare l'episodio 02x07 di "Futurama" : " Put Your Head On My Shoulder " :
Per quanto riguarda la letteratura invece [ dall'Età dell'Oro ( Stanley G. Weinbaum ) passando per il mainstream ( Dan Simmons ) e arrivando all'Hard-SF ( Kim Stanley Robinson, Bruce Sterling, Greg Bear, Paul J. McAuley, Alastair Reynolds ) ] la lista si fa pressoché...infinita.
Nel corso di successivi lustri Clarke concluderà la tetralogia sui monoliti scrivendo altri due romanzi : prima “ 2061 : Odyssey Three “, del 1987, il capitolo forse più ''infilmabile'' della saga cosmogonica, non per ragioni di scrittura o concettuali, ma di pura e mera e pratica ambientazione...nei confronti del qui ed ora : rispetto a noi risulta il più ''fuori tempo'', perso com'è in quel limbo tra i due passaggi della cometa di Halley ( 1986-2061 ), la cui prossima visita risulta essere l'elemento centrale della narrazione, e poi “ 3001 : the Final Odyssey ”, del 1997, da cui Stuart Beattie scrivendo e Ridley Scott con David W. Zucker producendo stanno ricavando una miniserie per SyFy ( anche qui, date le premesse delle menti all'opera, potrebbe uscirne un prodotto para-decente come una boiata cataclismatica ).
A proposito - e un poco fuori contesto - di miopicità deduttiva e...de-contestualizzante, prendendo come esempio "Alien" o ''2001'': c'è chi - critico di cinema, tecnico di scienza - magari azzarda definizioni come obsoleto, invecchiato male e/o ingenuo rispetto ai prodotti d'ingegno artistico appena summenzionati solo perché la tecnologia rappresentata nelle dette pellicole è stata superata dall'immanenza del presente ben prima che lo stato dell'arte scientifica e tecnica descritto nel tempo interno ai film si sia potuto inverare nella storia reale : osservazioni deprimenti e fesse come : ''non ci sono i tablet'' ( in "Alien" ('79), mentre in "2001" sono presenti ) o ''si usano ancora le schede perforate'' ( in "2001" ('67-'69), mentre in "Alien" sono assenti ) equivalgono al rilevare che "la Commedia" è antiquata e sorpassata perchè Dante e Virgilio durante l'attraversamento del centro terrestre sarebbero dovuti e continuamente dovrebbero morire compressi dalla pressione planetaria o corpuscolizzati dal calore del plasma del nucleo ( a scelta ) e/o non avrebbero dovuto e non dovrebbero subire la forza gravitazionale, ignorando in questo modo la profonda e radicata lezione scientifica ( oltre che poetica ed artistica ) del testo.
«...quand’io mi volsi, tu passasti ’l punto
al qual si traggon d’ogne parte i pesi.»
Dante Alighieri – La Commedia – Inferno – Canto XXXIV – 110-111
III. I cascami e le rigaglie della tecnologia sviluppata per raggiungere le stelle ci renderanno immortali.
“ E se una volta arrivati lì non trovassimo alcunché ? ”
“ Beh, in effetti sarebbe comunque una scoperta. ”
Ché la più infruttuosa delle ricerche è più utile di qualsiasi altra cosa, e il sapere di non sapere è una forma di conoscenza, non d'ignoranza ( il dubbio che nasce dalla conoscenza è di una qualità migliore rispetto al dubbio che nasce dall'ignoranza ).
Ma è dall'ignoranza che nasce la spinta a conoscere ? In parte. Se da un lato sta l'ignoranza sotto forma di vuoto spinto, dall'altra agisce la forza gravitazionale della conoscenza che ci attira a sé : le due forze in gioco ( riempire uno spazio vuoto con la materia e accumulare materia là dove già ce n'è ) si bilanciano e si alleano per pepetrare e concretizzare la possibilità che l'universo ha di contemplare sé stesso ( ovvero l'Homo s. sapiens, in questa fettuccia di cosmo ), nonostante idrogeno e idiozia siano gli elementi più comuni in esso...
Innanzitutto, il nome della missione : “Europa 1”, e non “Europa 11”, come “Apollo 11” : ché non è la Luna, qui, dietro l'angolo, a un tiro di schioppo di curvatura terrestre, poc'oltre la parentesi del Mondo, ad una frazione di Unità Astronomica ( la distanza media Terra-Sole : 150.000.000 di km ) dalla superficie terrestre, che ci si arriva a piccoli balzelli, a tappe, prescindendo in parte dal fatto che allora ci si trovava all'inizio dell'Era Spaziale -{ “ Dal 1972 non ci si allontanava dall'orbita terrestre”, dice una componente della Compagnia-Corporation [ impossibile - anche se nulla c'entra : qui siamo in un contesto ''positivistico''...a prescindere ( o forse no ?! ) dal finale - non riandare con la memoria alla famigerata Weyland-Yutani della saga di "Alien" ] che ha avuto l'incarico dal Governo di portare avanti il campo dell'esplorazione spaziale umana ''interrotta'' da quel tempo }- : è pur sempre un satellite ( mini-pianeta ), si, ma gioviano : Europa, di poco più grande della ''nostra'' Luna e lontana mediamente [ perielio e afelio ( sistema Giove-Sole ), congiunzione e opposizione ( ''sistema'' Terra-Giove ) ] 625.000.000 di km dalla Terra, è un duro avamposto in rotazione sincrona da esplorare, studiare, abitare e creare raggiungendolo, e la prima volta deve anche saper e dover coincidere con l'essere la volta buona.
Europa, vista/inquadrata per la prima volta da Galileo Galilei 400 anni prima transitare davanti al suo pianeta-stella (mancata), Giove ( la cui UA vale circa 5 volte quella Terra-Sole ), il più grande tra i giganti gassosi del Sistema Solare Esterno ( in Clarke i monoliti ne comprimono la massa fino a fargli raggiungere il punto critico ed innescare così una reazione nucleare che ne accende la fornace stellare : ecco, sorge Lucifero – questo è il nome dato al nuovo sole che va a comporre l'inedito sistema binario ) , assieme ai suoi tre fratelli galileiani, Io, Ganimede e Callisto, proiettando con loro il suo nero profilo stilizzato comparendo di volta in volta come fiochi nuclei fulgenti intenti a rincorrersi che a volte cadono in eclissi o gettano ombre di nulla profondo davanti alla maestosa figura del pianeta madre ( strumentazione antica all'avanguardia e amatorialemoderna ) ed andando a volte poi a nascondersi dietro ad esso e via via così di seguito per intere orbite infinite a determinare i propri giorni, mesi ed anni e forse, perché no, cicli stagionali, sempre adagiati, i medicei astri-satellite naturali, sul loro peculiare piano dell'eclittica equatoriale gioviana, brillando ( ma non come fan le stelle ) di riflesso grazie anche in parte a certe superfici riflettenti, come fosser...che so...di ghiaccio.
“ A me sembra qualcosa di precambriano. E' la mia prima supposizione, su analogia con la Terra ” : frase che semplicemente commuove ed emoziona, per il portato mitologico ( la prima impronta di passo umano sulla Luna ) e per la consapevolezza d'essere ingenua e aleatoria ma immersa nell'Avventura.
E a proposito di pre-cambriano, stromatoliti e tutto quanto, consiglio un libro che lessi alla sua uscita italiana ( 15 anni sono un tempo-storico per la scienza, ma il volume è ancora validissimo, e appassionante ) : J. William Schopf – “ Cradle of Life - the Discovery of Earth's Earliest Fossils ” – Princeton University Press – 1999 ( trad. ital. di P.Messeri, Adelphi, 2003 : “la Culla della Vita” ).
IV. 19 mesi prima – di qua dall'infinito.
“ Non appena l'astronave oltrepassò la Luna già si trovava più lontano di dove gli esseri umani fossero mai stati prima. ”
Una tempesta solare manda ''temporaneamente'' fuori uso il sistema di comunicazione che teneva allacciata alla Terra ( una volta in orbita gioviana, a 33 minuti luce di distanza ) la missione di lungo corso ( sei anni ) Europa 1, in viaggio da mesi s'un'astronave di nuova concezione adattata alla protratta permanenza umana in volo verso la sua meta : atterrare su Europa e iniziare a trivellare, campionare, recuperare, analizzare, esplorare con una sonda cryohydrobot e poi – per forza di cose – di persona la superficie del satellite-pianeta.
" Europa Report " è lontano anni luce da Interstellar ( vedi qui : http://www.theasc.com/ac_magazine/December2014/Interstellar/page1.php : ma attenzione, può provocare perdurante priapismo ai nerd fichi ], o magari anche solo poche Unità Astronomiche, o è sull'altra faccia della Terra, ma in fondo no, un poco dello spirito ( il combustibile solido per far partire i razzi alla buona, sana, vecchia maniera ) è lo stesso in sé medesimo, più nel bene che nel male.
Così come contiene evidenti tracce di " 2001 : a Space Odyssey " ( in cui gli alieni xenomorfi, le guide del tramonto, i padroni e gli Dei ovviamente e proverbialmente non si vedono, limitando(si) a mostrar le loro scolastiche macchine di von Neumann, i monoliti ), "Silent Running", e persino "Dark Star".
Musiche adatte, belle di per loro ( di Bear McReary : "BattleStar Galactica" ) ma qui utilizzate forse non al meglio ( cioè troppo ), dato che in alcuni passaggi possono risultare leggermente invasive.
Ottimo invece il coitus interruptus tra spettatore e “Sul Bel Danubio Blu” con principio di fluttuazione bloccato sul nascere ( e uno pensa : non c'hanno i soldi o le capacità : solo per essere smentito un attimo dopo ).
Ma il vero punto forte di " Europa Report ", oltre ad una sceneggiatura ( di Philip Gelatt ) che si regge sulle proprie gambe e sgambetta felice per l'aere del creato, è il comparto attori : l'ecuadoregno Sebastián Cordero è riuscito a riunire ottimi attori di ''seconda'' fascia che riescono ad infondere ai personaggi carattere ed umanità : oltre ai già ricordati Sharlto Copley ( sodale da sempre di Neill Blomkamp per "District 9", "Elysium", "Chappie", e nel prossimo "Free Fire" di Ben Wheatley ) e AnaMaria Marinca ( "4 mesi, 3 settimane, 2 giorni" di Christian Mungiu, "Youth Without Youth" di Francis Ford Coppola, "Fury" di David Ayer ) il reparto astronauti si completa con Christian Camargo ( K-19, the Hurt Locker, House of Cards e in "Dexter" il killer del camion frigo, fratello del protagonista ), Michael Nyqvist ( in "Together" di Lukas Moodysson, e poi il protagonista della trilogia televisiva tratta dal Millennium di Stieg Larsson ), Karolina Wydra ( Be Kind Rewind e True Blood ) e Daniel Wu, ai quali vanno aggiunti almeno due tecnici a terra : Embeth Davidtz ( Army of DarkNess, Schindler's List, ancora in Millennium, però nel primo capitolo del remake U.S.A. in terra locale di David Fincher, InTreatment, Californication, Mad Men ) e l'ottimo stand-up comedian Dan Fogler.
Un cast internazionale/cosmopolita di tutto rispetto.
Il montaggio ellittico ed ''intuitivo'' ( ad otto - a proposito di cefalopodi octopodi, che di questi tempi vanno forte, vedi anche " Monsters " - mani, due delle quali appartenenti a Craig McKay, sodale di Jonathan Demme in the Silence of the Lambs, Philadelphia e the Manchurian Candidate, e al lavoro sul recente " Sin Nombre " del Cary Fukunaga di " True Detective 1 ", mentre altre due, quelle di Aaron Yanes, hanno lavorato guardacaso proprio su " the Bay ". A questo punto menzioniamo anche le altre quattro : Alex Copit e Livio Sanchez ), poi, fa il resto.
Il prologo viene raggiunto e superato al giro di boa ( effetto fionda gravitazionale ) di metà film ( come la cesura dantesca a metà del XXXIV° canto dell'Inferno, quando Virgilio attraversa con in spalla Dante a lui cinto al collo il centro della Terra dovendo compiere un movimento di 180° ). Un suo pseudopodo ( il diario di uno degli astronauti ), però, va ad agganciarsi a 4/5 della narrazione.
Da segnalare tra se non su ''tutte'' almeno una scena grandiosa ( sempre risolta coi ''limitati'' mezzi a disposizione, e con un bagaglio a mano d'inventiva degno di un cargo spaziale ) : quella dell'uscita ( e Rientrata ) Extra Veicolare, oramai un must della SF seria ed adulta, da 2001 ( Bowman che rientra nella Discovery superando in ingegno HAL 9000 ) a Gravity [ passando per l'a suo modo semi-seminale "the Abyss" cameroniano ( ed il senz'altro meno riuscito e più impacciato "Sphere", sempre del già citato Levinson ), tratto da un più che buon, anzi per lunghi tratti ottimo, M. Crichton ''d'annata'' : ridendo e scherzando il romanzo ha quasi trent'anni ].
Fotografia di Enrique Chediak, produzione di Ben Browning, distribuzione Magnet/Magnolia. Costato meno di 10 milioni di dollari ( hm... : ''low'' budget ), ne ha incassati in sala (U.S.A.) il 2 %.
V. Note.
Si vuole qui rimandare ad alcune pagine, indispensabili alla post-visione.
Per iniziare un pezzo a cura dell'imprescindibile Paolo Attivissimo sul film : http://attivissimo.blogspot.it/2013/07/europa-report-per-fare-buona.html : articolo breve e oggettivamente benemerito : “ Nelle riprese all'esterno, durante le passeggiate spaziali, non c'è rumore [ NdR : in alcune scene – per esempio quelle dell'eruzione solare – in effetti si odono anomali rimbombi e strane eco in campo : ma potrebbe trattarsi di una risultanza in fuori campo esplicativo ] e non ci sono stelle: neppure Kubrick se l'era sentita di rinunciarvi (alle stelle, intendo), ma Europa Report lo fa. E funziona, perché trasforma lo spazio da un firmamento in un abisso pronto a inghiottirti se fai un passo falso [ NdR : da questo PdV siamo più vicini allo splendido "Gravity" di Alfonso Cuarón ] ”. Leggetevi anche tutta la parte dei commenti perché è...spassosissima, a perdersi tra le proporzioni apparenti e le dimensioni angolari delle immagini di ammassi globulari ( nello specifico, M11 ) utilizzate nel film...
( © pagheca - http://imageshack.com/i/0eunm9j )
E per finire tra i tanti ottimi resoconti eccone altri 2 :
-- http://chris-saunders-the-erudite-reviewer.blogspot.it/2013/09/europa-report-sebastian-cordero-2013.html
-- http://reflectionsonfilmandtelevision.blogspot.it/2013/10/cult-movie-review-europa-report-2013.html
Questi sono i giorni di Kepler 452b, della conclamata ed inflazionante idiozia giornalistica ( cui contribuisce in parte la stessa N.A.S.A., non per sete di danaro o di visibilità...ma per un tocco d'ingenuità ) che naviga fra gli estremi del sensazionalismo e del nulla-di-che : di esopianeti ne sono stati scoperti a pacchi ( unità di misura spannometrica ), e i giornali ne hanno data periodicamente debita notizia : ecco, questa volta è diverso, ma la sindrome ''al lupo al lupo'' oramai è innescata : e invece Kepler 452b è effettivamente – per i dati che si conoscono ora ( ritorniamo alla nasa-ingenuità ) - un candidato ottimale ad avere le condizioni ideali per poter ospitare la vita così come la conosciamo : massa, dimensioni, gravità, atmosfera e orbita ( che risiede nella cosiddetta Fascia di Abitabilità di una stella di classe G ).
VI. Tenere la Missione in Vita / Sincronizzazione.
La citazione per il lago subglaciale antartico Vostok [ come per la zona di Europa adibita all'atterraggio ed approdo finale della missione ( dopo centinaia di milioni di chilometri sbagliare di 100 metri : un successo ! ) denominata Conamara ( regione aspra e selvaggia dell'Irlanda ) Chaos ] mi ha fatto commuovere : ripensare ad un ambiente così alieno...e ricordarlo come Casa. Così come accade nell'Herzog di " the Wild Blue Yonder " ( l'alieno naufragato / pre-post-umano ritrovato(si) Brad Dourif ) ed " Encounters at the End of the World ".
Quasliasi racconto di alieni parla di umanità, anche il più ( portando ad aggettivo-sostantivo un prefisso greco – anche se di questi tempi è impossibilitata la funzione dell'a carico del destinatario ) xenico [ come questo di Ted Chiang : "Espirazione" : leggetene alcune pagine fra quelle non omesse ed espunte finché raggiungerete il numero massimo consentito e fino a quando rimarranno qui : il seguito lo trovate recuperando il n. 1595 di Urania del Giugno 2014, "Nove Inframondi" ( che contiene anche il magnifico, tremendo-terrificante-terrorizzante ( è l'Italia ) "Pump Six" di P. Bacigalupi ), la prima parte in cui è stato spezzato l'Year's Best SF n.14 - 2008 ], là dove la ''tara'' e la scintilla della ''Costante Antropologica'' ( il Principio Antropico ) viene a mancare - ovvero il metro di giudizio biologico che viene esperito per decifrare, affrontare e conformare il reale percepito -, sostituita certo pur tuttavia e subito dalla sua controparte aliena, xenica, e umanissima.
Alla fine, il tutto si risolve come un Atto di Sopravvivenza ( e cosa non lo è ? ). Che però si trasforma, una volta esauritolo ed impossibilitato a compiersi, non in un sacrificio, ché a quel punto definirlo tale sarebbe non (solo) ridondante ma pure inesatto, ma in un di più, in un dono, in un ulteriore gesto non richiesto ( a tal punto ) di “fottuta dedizione al dovere” [ FMJ cit. - parafrasandone, torcendone ed innalzandone il senso ], in un atto pratico e del tutto macchina-umano di portare a termine la missione ( HAL 9000...e cristo santo, lo stesso David Bowman ).
Non sono gli alieni cephaloctopodi la ''sorpresa'', la meraviglia, ma quell'ultimo gesto umano compiuto ( ''in nome della scienza'' ) : di una tenerezza, di una speranza e di una concretezza annichilenti ( e spronanti ).
Gli esseri di Europa si stupirebbero se sapessero con quale intensità e con quale deluso stupore il monolito nero viene inoltre studiato dalle menti celate dietro le luci in movimento. Per secoli, ormai, le loro sonde automatiche hanno tentato una cauta discesa dall'orbita - sempre con lo stesso disastroso risultato. Poiché, fino a quando il momento non sarà maturo, il monolito non consentirà alcun contatto.
Quando il momento verrà, quando, forse, gli Europani avranno inventato la radio e scoperto i messaggi che li bombardano continuamente così da vicino, il monolito potrà modificare la sua strategia. Potrà - o forse no - decidere di liberare le entità immerse nel sonno al suo interno, affinché gettino un ponte sull'abisso tra gli Europani e la razza alla quale un tempo furono devote.
Ma può darsi che nessun ponte del genere sia possibile e che due forme di consapevolezza così aliene non possano mai coesistere. Se così sarà, allora una soltanto di esse potrà ereditare il sistema solare. A quale toccherà delle due, nemmeno gli Dei lo sanno…ancora.
A.C.Clarke – op. cit. ( Epilogo : 20.001 )
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