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The Last Exorcism - Liberaci dal male

Regia di Ed Gass-Donnelly vedi scheda film

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La recensione su The Last Exorcism - Liberaci dal male

di giurista81
4 stelle

Sul finire della prima decade di secolo, il giovane Eli Roth, tra i cinque registi horror emergenti del duemila nonché allievo di Quentin Tarantino, segna la via che sarà percorsa nel giro di qualche anno e con maggiore fortuna (economica) dal collega James Wan (mister L'Enigmista). I due scelgono un percorso creativo e produttivo non troppo dissimile. Orientano infatti il loro interesse verso low budget incentrati su tematiche pressoché identiche, lasciando le regie dei progetti a emeriti sconosciuti (Daniel Stamm), debuttanti (Dauberman) o registi decaduti alla ricerca del rilancio (John R. Leonetti). Protagonista assoluto di queste opere è uno solo... Il diavolo e le sue diverse manifestazioni.

Se Wan, da sempre interessato alle bambole, percorrerà la via utilizzando oggetti comuni quali portali d'accesso del male e facendo un certo utilizzo degli effetti speciali volti a spettacolarizzare la vicenda (con tanto di messa in scena del demone), Roth va più sul classico e psicologico. Il film in questione ne è una dimostrazione e giunge a tre anni dal precedente L'Ultimo Esorcismo.

Comune alle produzioni di Wan è lo sviluppo piuttosto lento della storia, con un taglio che latita di quel gusto di genere che impreziosiva le opere degli anni ottanta. Manca anche una vera e propria dimensione esoterica, ritracciabile negli emuli letterari di metà o inizio novecento. Cosa resta allora? Semplice, resta quel taglio da teen movie che riesce a scuotere il pubblico giovanile (meno quello attempato, cresciuto con prodotti firmati dai vari Romero, Carpenter o Cronenberg, horror che avevano valenze di presa sociale e dunque una certa autorialità) e fare incasso. Le regie, pressoché l'una ricalcata sull'altra, giocano sugli effetti sonori, sulla dilatazione dei momenti ad alta tensione (tipo il primo piano di una mano che si allunga verso la maniglia di una porta) e sull'improvvisa comparsa degli attori che entrano in campo dissimulando la certezza nello spettatore di vedere comparire il mostro o la fonte della minaccia. Le ambientazioni sono pressoché casalinghe, con un ridotto campionario di attori che cercano di convincere la protagonista che è tutto sotto controllo finché il male, che si palesa per suoni, allucinazioni o ombre riflesse dietro le porte (si scopiazza il ben più qualitativo The Exorcism of Emily Rose), non irrompe e rende tutto irreversibile. Insomma, quella che potremmo definire l'evoluzione soprannaturale degli slasher movie degli anni ottanta e novanta.

Da tutto questo The Last Exorcism, ideale prosecuzione del primo capitolo, si salva solo in minima parte, per l'idea di mostrare una lotta interiore, con la protagonista che cerca di combattere la sua natura (demoniaca) per costruirsi una vita il più possibile normale. Niente certo di originale, basti ricordare il romanzo di debutto di Stephen King poi portato al successo da Brian De Palma, ovvero quel Carrie - Sguardo di Satana (1976). Un po' come la rossa Sissy Spacek, la brava Ashley Bell è nei panni di una giovane ragazza rossiccia, che non è mai andata con un ragazzo e che appare un po' tocca. Lo sceneggiatore cerca di mostrarcela come se fosse affetta da disturbi psichici o da una qualche forma di schizofrenia, ma tutti sanno che dietro alle visioni si cela qualcosa che va ben oltre lo studio della mente umana. Le compagne della ragazza non sono meno crudeli delle amiche della povera Carrie, dileggiandola dopo aver trovato un video su internet in cui la povera giovane viene immortalata nel corso di un esorcismo. Nonostante tutti gli sforzi della povera ragazza, che sceglie anche di indossare il crocefisso al collo, il male trionferà e lo farà senza alcun inganno, anzi dando dimostrazione concreta di quanto i presunti benefattori siano in realtà degli ipocriti. Il libero arbitrio è dunque concesso e la scena in cui il patto viene sigilatto viene alleggerito da quello che in un tribunale penale verrebbe equiparato a uno stato di necessità. 

Certo, le soluzioni offerte dallo script sono alquanto povere e discutibili. Decisiva (in un negativo involontario) a termine di un rito di purificazione, sarà la scelta di un gruppo di improvvisati esorcisti, aderenti all'Ordine della Mano Destra, di tentare di uccidere con un'overdose di morfina la giovane che si erano proposti di aiutare. Si badi bene, la scelta estrema viene presa perché il trio non riesce a contrastare l'influenza del maligno. Un epilogo non giustificabile alla luce degli insegnamenti della Bibbia, che non contempla certo la possibilità di uccidere un'ossessa per liberarsi dal male. Ne conviene che la giovane, per di aver salva la vita, non può fare altro che allungare la mano e afferrare la mano destra del diavolo. Quest'ultimo infatti le garantisce la propria protezione e le assicura di aver salva la vita. Da qui l'improvvisa evoluzione, con un cambio di espressione dell'attrice che ricorda molto quello manifestato dal protagonista del film Lost Souls - La Profezia (2000) nell'attimo in cui Ben Chaplin diventava strumento del demonio. Finale apocalittico, all'insegna de L'Incendiaria di Stephen King, a sottolineare il trionfo del male sul "bigotto  e ipocrita" bene. 

Insomma... poca roba all'attivo, con una serie di citazioni velate a film quali Il Presagio (1976), ricordato nella sequenza allo zoo o nei suicidi che i vari personaggi eseguono al cospetto della protagonista dedicandole la loro morte; Entity (1981), da cui vengono riprese le scene con i palpeggiamenti a letto con le coperte che scoprono il corpo della giovane; o The Exorcism of Emily Rose (2005) per quel che riguarda le ombre che appaiono dietro ai vetri della Chiesa o alle porte.

La regia è di mestiere ed equilibrata, il rimo meno soporifero di altri, mentre gli effetti speciali sono assai ridotti per un prodotto finale a basso budget destinato a incassare molto più di quanto investito.Certo, l'horror capace di fare scuola è confinato altrove. Prodotto derivativo, con qualche guizzo e nulla più.

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