Regia di Ed Gass-Donnelly vedi scheda film
Avevamo lasciato Nell nei boschi, ormai liberata dal demone Abalam. La ritroviamo in un paese della Louisiana, di nuovo alle prese con l’ospite che, evidentemente, non aveva mai del tutto lasciato il suo corpo, scoprendosene addirittura innamorato (!). Sequel filologico, questo di Gass-Donnelly, che fortunatamente rinuncia in partenza all’espediente del mockumentary che aveva contraddistinto il primo atto e un’altra cinquantina di film del nuovo millennio. La macchina da presa amatoriale viene inquadrata nell’incipit, abbandonata in un prato come a voler esplicitare la presa di distanza da un linguaggio stracotto. Il punto, però, è che si utilizzano artifici altrettanto stantii per costruire la paura, convocando il completo bric-à-brac di consuetudini e stereotipi dell’ormai saturo filone esorcistico. Spaventi sonori prevedibili con cinque/sei secondi di anticipo, quadri che cadono, apparizioni annunciate, radio che entrano in funzione autonomamente (con tanto di messaggi demoniaci), telefoni che squillano anche con la spina staccata. A combattere Abalam, accanto al decadente potere del cristianesimo (il prete è posseduto, la chiesa non protegge più come una volta) c’è la congrega della Giusta mano, nelle intenzioni l’unica variazione sullo spartito, nei risultati un fiacco tentativo ecumenico. Tra sonorità in piano e archi e riflessioni appenna abbozzate sulla veridicità delle immagini web, sullo schermo scorrono soltanto i fotogrammmi di un triste surrogato.
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