Regia di Ed Gass-Donnelly vedi scheda film
Nel mezzo del periodo morto in cui le multisale si popolano dei proverbiali fondi di magazzino, poteva anche andarci molto peggio, nel senso che il film di cui vado a riferire, pur nella sua scarsità, non è inguardabile. Come sono cambiati i tempi! Fino ad una decina d'anni fa (o anche meno) le sale venivano inondate di spazzatura horror della durata media di 85 minuti. Adesso, invece, accanto a film di genere di poche pretese come questo "Last exorcism" escono pellicole sfiziose come "La notte del giudizio" e, in ogni caso, accade che anzichè proiettare improbabili opere di serie "C", i gestori preferiscono spremere fino all'ultima goccia i blockbusteroni di quasi 3 ore, evidentemente contando sulla loro onda lunga e su un pubblico che li gradisce anche in piena estate. Questo "Ultimo Esorcismo" (che tutto mi fa pensare non sarà affatto l'ultimo) è il sequel di un film che ebbi modo di vedere e che mi sembrò senza infamia e senza lode, anche se la mia memoria ne ha conservate ben poche tracce. Devo confessare che ciò che mi ha indotto alla visione, pur consapevole di una probabile minestra riscaldata, è stata senza dubbio l'ambientazione. Lo sfondo della vicenda è quella New Orleans che mi ha sempre affascinato, nel cinema come nella musica. Le paludi della Louisiana, gli alligatori, il blues, il cajun, le marchin' band itineranti, i riti di magia nera, le minacce voodoo...insomma esiste tutto un immaginario riguardo a questa parte francofona dell'America che mi ha sempre eccitato e fatto sognare ad occhi aperti. Peccato che tutto questo che poteva essere una chiave importante per sviluppare una sceneggiatura, in realtà rimanga sullo sfondo, rimarcando comunque che nel primo dei due film, se la memoria non m' inganna, le superstizioni legate al soprannaturale avevano un peso decisamente maggiore. Qui invece, della New Orleans intrigante e misteriosa resta piuttosto poco. Giusto all'inizio pochi minuti che fungono da raccordo tra le due pellicole e poi una sequenza (girata peraltro piuttosto bene) che riprende una festa per le strade della città, dove fanno capolino maschere inquietanti nascoste tra la folla. A parte questo, della città "magica" non viene mostrato altro, purtroppo. Il film è un bignamino (come era lecito attendersi) delle paure telecomandate che conosciamo a memoria, coi telefoni che squillano anche a spina staccata o le radio che improvvisamente emettono messaggi di morte. Ma nonostante queste evidenti debolezze, io propenderei per non essere troppo drastico e arriverei ad attribuire al film una (sia pure risicata) sufficienza. Innanzitutto per una regìa arruffata ma tutto sommato dignitosa e per una recitazione modesta ma idonea alle scarse pretese complessive dell'opera. Diciamo che il film di paura ne fa pochina, ma riesce ad evocare (e a mantenere per tutta l'ora e mezza) un certo clima di inquietudine, che ha il suo culmine nel rito finale di una guarigione-esorcismo che non vede -attenzione!- come officiante il solito sacerdote ma bensì un esorcista che ha i caratteri piuttosto dello scienziato empirico. Si tratta di una sequenza realizzata decentemente e che costruisce un livello di tensione davvero notevole. Questa scena, unitamente a quella, cui prima accennavo, della sfilata in maschera per le vie di New Orleans, rappresenta forse il momento migliore di un film troppo spesso appiattito su soluzioni prevedibili e dunque di scarsa efficacia. Anche le caratterizzazioni dei personaggi appaiono superficiali e prive di interesse. Ci voleva più "nervo", più anima nera, più blues...Peccato. Soprattutto perchè -chiedo scusa se ripeto un concetto già espresso- lo sfondo di New Orleans è oro puro per chiunque si cimenti con una sceneggiatura (sia essa thriller oppure horror) e non sfruttare quest'opportunità è imperdonabile. Prima di un rapido sguardo sull'irrilevante cast, desidero rimarcare la presenza, in veste di co-produttore, di uno dei miei beniamini, Eli "Hostel" Roth, da sempre sodale ed amico di Quentin Tarantino, anche se auspicherei per il futuro di vedere il suo nome coinvolto in progetti più impegnativi. Quanto al cast, diciamo che nessun attore brilla per meriti particolari, e mancano anche quei bravi caratteristi americani che solitamente si "annidano" in film come questo. E allora non resta che puntare l'obbiettivo sulla protagonista, la giovane Ashley Bell, la quale, così esangue e perennemente in ambasce, esibisce una postura da "ciellina-timorata di dio" che francamente strappa qualche sorriso. E vorrei concludere con una nota curiosa. Nel film ci sono due momenti che stranamente paiono condivisi con "Lords of Salem" di Rob Zombie. A un certo punto, una situazione altamente pericolosa viene risolta con un colpo di padella sulla capoccia (che detta così fa un pò ridere), e -guarda caso- anche nel film di Zombie si riscontra la stessa azione. Ma se questa è tutto sommato una facezia, ben più degna di nota è la sequenza in cui la protagonista, durante una sosta in una chiesa per riflettere, si ritrova accanto un parroco alterato, tra l'indemoniato e il molestatore...Ecco, in "Lords of Salem" c'è una scena assolutamente uguale. Curioso, no?
Voto: 6
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