Regia di Frank Marshall vedi scheda film
Non è un capolavoro dell'horror, e forse è un po' cerebrale e furbetto, ma bisogna dire che è girato con abilità e mestiere. I ragni finiscono per fare paura veramente, e le scene delle loro punture e delle vittime colpite sono impressionanti.
Si sente aria di Spielberg, qui solo produttore. Il regista, infatti, è un buon tecnico dell'intrattenimento, di quelli che proliferavano negli anni '80 e che oggi mancano (o mancano loro le idee). Sa come costruire la suspense, come inquadrare i ragni, e le loro vittime. Il più delle volte la tensione è data dal fatto che lo spettatore sa della presenza del ragno, ma non il personaggio, il che conferma la dottrina sul brivido di Alfred Hichcock. Il ragno stesso, poi, ha una certa ambivalenza: se lo si vede in tempo è quasi incapace di nuocere, poiché lo si può schiacciare o persino catturare con relativa facilità; ma se ne ignoriamo la presenza allora esso può pungere e - per i ragni terribili del film - uccidere.
I personaggi sono un po' anonimi, elemento che sembra rigurardare tutto o quasi il cinema di intrattenimento. Solo il vecchio dottore e il pigro sceriffo hanno qualche tocco di personalità e psicologia in più: aggiungo anche che non rappresentano certo la migliore America di provincia.
Gli attori sono tutti sufficienti, come per livello sindacale e contrattuale. Jeff Daniels sembra impegnarsi veramente solo nell'ultima parte, dove deve affrontare il terribile ragno padre.
In complesso è una pellicola che non annoia, e incute una certa paura, tanto che non è difficile avere subito dopo la visione la sensazione che un ragno che si è intrufolato sotto la coperta. Sconsigliato vivamente agli aracnofobi (e agli animalisti).
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