Regia di Frank Marshall vedi scheda film
Il genere horror ha quasi sempre espresso le paure di un'epoca, metaforizzandole. Negli anni '90 l'affermazione planetaria di scienza e tecnologia aveva visto sorgere già da qualche tempo la società del rischio, che da Three Miles Island a Chernobyl, passando per l'Apollo 13, metteva a nudo gli effetti collaterali del nuovo Prometeo. Va nella stessa direzione anche questo thriller dell'orrore firmato dall'esordiente Frank Marshall, che parte da una spedizione in Venezuela voluta da un entomologo fanatico (Sands). Il fotografo dell'equipe muore, ucciso da un enorme ragno, e la sua salma viene rimpatriata negli Stati Uniti. Il problema è che nella bara ha viaggiato lo stesso ragno, il quale è andato a nidificare presso una cascina dove si è appena domiciliato un medico condotto (Daniels) con la sua famiglia. Dopo alcune morti sospette, l'uomo vuole vederci chiaro, nonostante soffra di aracnofobia. Non impiegherà molto a capire che quelle morti sono imputabili ai ragni. Come per Cujo e Monkey shines, la metafora della scienza che oltrepassa i limiti viene affidata alla furia animale. Con Aracnofobia il mix tra suspense, ironia e apologo orrorifico si coagula in un prodotto di genere ben riuscito, che propone in filigrana il sottotema della dialettica tra città e campagna.
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