Regia di Jonathan Demme vedi scheda film
Jonathan Demme è stato uno dei più eclettici ed originali registi del cinema americano dagli anni '80 fino a tutti i 2000, ed è lunga la lista dei suoi lavori nettamente sopra la media, anche se poi il solo "Il silenzio degli innocenti" ha trovato una vera consacrazione di critica e pubblico ed è ormai incluso regolarmente nelle liste dei migliori film di fine secolo. Questo "Something wild" è un brillante esempio della bravura di Demme come regista di genere e della sua capacità di mescolare i generi senza deragliare, ma mantenendo una cifra stilistica sempre riconoscibile: si spazia dalla commedia quasi screwball al thriller, dal melodramma all'exploitation movie con invenzioni registiche spesso audaci ed un buon controllo della materia narrativa. Certo, è un film che per le sue volute rotture di tono può anche disorientare, tanto che al box-office fece registrare soltanto un mediocre incasso di 8 milioni di dollari e solo col passare degli anni si è trasformato in un piccolo cult che anticipa altri piccoli gioielli di Demme come il successivo "Married to the mob" con Michelle Pfeiffer. Nel cast Melanie Griffith offre una performance piena di energia e risulta decisamente sexy, molto più a suo agio qui rispetto al più fortunato ma tutto sommato meno sorprendente "Una donna in carriera"; Jeff Daniels è perfetto nella parte dello yuppie conformista che si trasforma per amore e Ray Liotta dimostra un talento indubbio nel ruolo dello psicopatico Ray, che in seguito, se si eccettua lo straordinario exploit del ruolo da protagonista in "Quei bravi ragazzi" di Martin Scorsese, tenderà generalmente a deludere. Demme si permette qualche piccola lungaggine come la scena del raduno degli ex compagni di liceo, ma per il resto lascia il segno sia nelle prime scene dell'abbordaggio e della fuga, sia nei momenti decisamente inquietanti in cui la coppia si trova a che fare con lo squilibrato ex marito di Audrey, che portano ad uno scoppio di violenza nel pre-finale molto crudo per un film di questo tipo. Tuttavia, il regista ha quasi sempre la mano felice nel dosaggio di elementi eterogenei, sa dare il giusto spazio alla musica e confeziona una pellicola d'autore accattivante senza risultare troppo commerciale. Sicuramente da riscoprire.
voto 8/10
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