Regia di Delmer Daves vedi scheda film
Un ingegnere minerario, dopo aver passato dieci anni nel deserto del Cile con moglie e figlia, torna in California. Durante il viaggio la ragazza ha una relazione con un giovane appassionato di alpinismo. Lei rimane incinta, lui muore nel corso di una scalata in Alaska. Il padre di lei accetta un lavoro in Guatemala per coprire lo scandalo: al ritorno il bambino verrà fatto passare per suo figlio e non per suo nipote. Ma la ragazza dovrà scegliere fra due corteggiatori: il rampollo di una famiglia ricca e lo stalliere di un maneggio. Trama macchinosa per un melodramma familiare che ricorda inevitabilmente Scandalo al sole (con cui condivide un titolo italiano ben più torrido dell’originale): ci sono sempre la regia di Delmer Daves, le musiche di Max Steiner, la mamma Dorothy McGuire, il bravo ragazzo Troy Donahue, e anche Connie Stevens sembra la controfigura di Sandra Dee. Le scene madri sono piazzate nei punti strategici (l’ombra dell’impiccato, il tentato suicidio per annegamento, l’attacco cardiaco, il bambino in fiamme), ma è tutto troppo costruito per appassionare; oltretutto è una vicenda che a uno spettatore d’oggi non può non apparire assurda. Si apprezza la crescita interiore della protagonista, che passa da un’irresponsabilità quasi infantile alla conquista di una propria autonomia di giudizio e arriva a sfidare il perbenismo corrente: insomma, come saggio sociologico si lascia vedere.
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