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The Zero Theorem

Regia di Terry Gilliam vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Zero Theorem

di axe
5 stelle

In una realtà alternativa, o presumibile prossimo futuro, le città sono un calderone di culture frammentate e tecnologie eterogee, le quali consentono di controllare costantemente e bombardare di pubblicità i cittadini. In questo contesto, l'informatico Qohen, un personaggio eclettico, è impegnato in una ricerca sulla "Teoria Dello Zero", in grado di spiegare il perchè della vita, per conto della società Mancom, che ne stimola in ogni modo l'attività. Si avvale del supporto morale della provocante Bainsley e dell'aiuto del geniale Bob, il giovane figlio del rappresentante della società; giunto in qualche modo a fine ricerca, apprende il perchè dell'interesse verso la sua persona, e i veri scopi della società. Il protagonista però si ribella ad essa, in un finale altamente simbolico ed aperto. Il film è pregevole per l'ambientazione. Buona parte di esso si svolge all'interno di una chiesa, convertita in laboratorio e abitazione del protagonista, nel quale il medesimo vive in precarie condizioni igieniche, tra installazioni ipertecnologiche molto diverse da quelle che conosciamo - i software sono contenuti in provette - ed elementi d'arredo tipici dei luoghi sacri. Buona altrettanto la caratterizzazione del protagonista, un personaggio "solitario ma non solo", come egli stesso sostiene; amante della tranquillità esteriore, ma profondamente vivace nell'animo. Egli è infatti un idealista; la sua ricerca è per lui finalizzata a dare una risposta ai suoi interrogativi sul senso della vita; per i quali è anche in costante attesa di una fantomatica "chiamata"; un'illuminazione che dovrebbe soddisfare la sua sete di assoluto. Questa lettura dell'animo del protagonista consente un tentativo di interpretazione della conclusione. Dopo essere stato sfruttato e messo da parte dalla società datrice di lavoro, riesce, con il più semplice degli strumenti, un martello, ad interrompere l'attività di un mainframe che contiene memoria ed intelligenza umana (virtuale ? O reale ?), le quali vengono risucchiate all'interno di un vortice che rappresenta il caos dell'irrazionalità. Qohen si lascia anch'egli cadere nel vortice, riemergendo, quale unico uomo e consapevole dominatore, in una località di pace che aveva visitato durante un precedente "viaggio" in realtà virtuale. Frutto della sua mente o ennesima realtà artificiale (ed artificiosa) ? Potrebbe essere entrambe. Il film è estremamente complesso, l'ho seguito con difficoltà, e non mi ha particolarmente emozionato. Limite personale, senza dubbio, ma tanti dettagli mi sono sembrati esclusivamente di maniera, e la parte centrale del film assai noiosa. Ritengo che l'argomentazione del film potesse essere condensata in una durata assai minore senza perdere nulla nella portata espressiva. Oggettivamente un buon lavoro, ma a me non è molto piaciuto.

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