Regia di Cosimo Terlizzi vedi scheda film
Due anni dopo Folder, Cosimo Terlizzi continua a mantenere aperte cartelle di memoria in movimento, accompagnando lo spettatore nella propria vita, offrendo gentilmente e oscenamente le immagini che testimoniano lo scorrere del suo tempo. In un lavorio costante che è privilegio d’artista, atto liberatorio, soffocante. Fotografie per una mostra, blow up rubati in cerca di verità, videocamere, iPhone e compatte, webcam, voci e volti via Skype, testi, finestre che aprono finestre, corpi che si spostano in tutta Europa, in una cronologia che procede a strappi, di mesi e minuti, nella ricostruzione di un tempo intimo e di una logica personale. Quella che descrive l’autore, lì, al momento del montaggio. Terlizzi, dopo il furore funebre di Folder, elabora il lutto per la scomparsa dell’amica Fabiana, ricomponendo lacerti di vissuto e facendo suo un invito lasciato sulle piastrelle di un bagno: «Distruggi il tuo ego». Ma questi frammenti, infine, correggono: «Conoscilo». E Terlizzi restituisce questo processo cognitivo nei brandelli di un road movie diaristico, che discetta sfacciato e sincero di anima e corpo, istinto e ragione. Domandando alla sostanza del mondo odierno, alle immagini rivolte a sé, in un gesto narcisistico abituale, oggi. E usandole come dispositivo di rivelazione, scandaglio nel teatro quotidiano. Guardando, guardandosi. E guardandosi guardare da mille occhi. Meglio di uno specchio. Dolce, pornografico, a cuore aperto. Soprattutto: un film contemporaneo.
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