Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film
Age-Scarpelli-Marchesi-Metz per una sceneggiatura tratta da una commedia di Petrolini: oltre a tutto ciò, si metta in scena Totò come protagonista. Ma se la storia è così solida, certo vi è meno spazio per la caratterizzazione del personaggio, ovvero il punto forte per il comico napoletano; certi limiti nell'impostazione teatrale di personaggi e scene sono inoltre fin troppo evidenti e la sequenza finale sulla mongolfiera ne è la chiara esemplificazione. A parte ciò non si tratta per nulla di un prodotto disprezzabile e la presenza di un buon cast attorno a Totò (fra cui Croccolo e la Pampanini) aiuta la commedia a trovare una propria vivacità. Poco sotto la sufficienza.
Il barone Peletti eredita uno scrigno preziosissimo, che tiene nascosto per evitare di doverlo spartire fra il figlio ed il comune (per la costruzione di una scuola), che sarebbero i legittimi eredi. Parenti e conoscenti architettano così una messa in scena per far credere a Peletti di esser morto e riuscire a farsi dire il nascondiglio dello scrigno. L'uomo ci casca in pieno: l'eredità va a chi di dovere ed il taccagno barone viene ricordato come grande benefattore.
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