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La mano che nutre la morte

Regia di Sergio Garrone vedi scheda film

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La recensione su La mano che nutre la morte

di mm40
3 stelle

Una coppia in viaggio ripara fortunosamente in una villa isolata; qui vivono l'ambiguo dottor Nijinski, la moglie dal volto perennemente coperto da un velo e un servo forzuto e scemo. I nuovi arrivati non sono però gli unici ospiti; non tarderà ad accadere qualcosa di seriamente sinistro.

 

Fratello meno noto del caratterista e doppiatore Riccardo, Sergio Garrone ebbe una modestissima carriera da regista nel ventennio che intercorre fra la metà dei Sessanta e la metà degli Ottanta. Girò di tutto, sempre fedele al basso budget, con risultati variabili fra il mediocre e il molto mediocre. Qui siamo nel primo caso; si tratta di uno dei due horror che licenziò nel corso del 1974 (l'altro è Le amanti del mostro), sfruttando peraltro l'identico cast. Il nome di richiamo per il pubblico è quello di Klaus Kinski, sempre a suo agio con personaggi disturbati e disturbanti, distinti ed eleganti, ma percorsi da una vibrante vena di follia; gli altri nomi sul cartellone sono francamente trascurabili (Marzia Damon, Romano De Gironcoli, Katia Christine, Alessandro Perrella e via così). Il dottor Nijinski, al di là degli evidenti riscontri à la Frankenstein, ha già in sè qualcosa del Nosferatu che Kinski interpreterà un lustro più tardi per l'amico Herzog: un personaggio cupo, spettrale, ambiguo e perfino mostruoso nella sua facciata di rispettabile normalità; l'inizio della pellicola (scritta dallo stesso Garrone) è abbastanza banale e prevedibile, ma gli sviluppi immediatamente successivi riescono ad accrescere la curiosità dello spettatore. Verso la metà, però, c'è una scena-spoiler totale nella quale Nijinski racconta il suo terribile segreto alla moglie (l'unica in tutto il film che già lo sa): da questi particolari si intuisce non solo la poca fantasia, ma anche il pressappochismo nella fattura dell'opera. Comunque non disprezzabile nell'andamento (tensione e ritmo ben innescati vicendevolmente) e negli effetti speciali a cura di un certo Carlo Rambaldi, ancora non troppo noto, ma già esperto (in particolare in Frankenstein). 3,5/10.

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