Regia di Prachya Pinkaew vedi scheda film
Djimon Hounsou in trasferta tailandese potrebbe effettivamente passare per un elefante bianco. Nel senso che spicca per eccezionalità, a maggior ragione se la sua missione di vita è quella di raddrizzare i torti nella capitale dello human trafficking. Giustiziere super partes in una terra madida di corruzione, il nostro si erge paladino di quelle giovani ragazze vendute e mercificate senza alcuna pietà dai signorotti locali. Un action purificatore dai risvolti mistici che combina la tipica faida gangster con le filosofie orientali consegnandoci un’inedita figura di eroe a metà fra il mercenario ed il monaco buddista. Deboluccio per quanto concerne lo script, con passaggi e scambi di battute che paiono proprio buttati lì a caso, il film di Prachya Pinkaew si rivela invece sorprendentemente solido sul fronte della messa in scena, sorretta da un buon ritmo ed impreziosita dalla prova di un protagonista finalmente appropriato, in compagnia, per l’occasione, di una spalla di lusso come Kevin Bacon al quale spetta invece l'onere di sobbarcarsi tutta l’ironia dell’operazione. Nonostante le ingenuità di scrittura ed un colpo di scena finale piuttosto prevedibile, "Elephant White” riesce comunque a salvarsi come onesto prodotto d’intrattenimento per appassionati.
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