Regia di Nanni Loy vedi scheda film
Alla fine del settembre 1943 Napoli è la prima grande città che si libera dai tedeschi grazie alle sole proprie forze, senza attendere l’arrivo degli alleati. Il film è diviso in due parti quasi uguali: la prima dedicata alle crescenti angherie degli invasori, la seconda alla rivolta spontanea della popolazione esasperata. Un’opera corale come poche altre, dove addirittura i nomi degli interpreti non compaiono nei titoli per rendere omaggio all’eroismo anonimo dei tanti. Una rievocazione vibrante, appassionata, commovente, che mostra un Nanni Loy già pienamente padrone dei suoi mezzi espressivi: la macchina da presa sembra volersi attaccare ai volti per rivelare la verità interiore dei personaggi (da segnalare almeno due inquadrature: quella di Regina Bianchi venuta a portare una patata al figlioletto e quella di Lea Massari incerta sul da farsi alla fine). Un film inevitabilmente confuso, dove tante storie si mescolano: i militari vanno a riprendersi le armi che avevano gettato via pochi giorni prima, il ragazzino si esalta a giocare alla guerra, il guappo fugge dal riformatorio per poi tornare a prendere con sé il direttore, la donna sposata ritrova l’amore di gioventù. Insieme a Un giorno da leoni (1961) forma un memorabile dittico dedicato alla Resistenza.
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