Regia di Marco Bonfanti vedi scheda film
L’ultimo pastore, film di Marco Bonfanti che narra la realtà (o meglio, una realtà separata dalla realtà predominante) e che
veicola ben più di un solo messaggio (di livelli interpretativi ce ne sono, credetemi!), è decisamente tra i film più divertenti, intelligenti e godibili che mi è capitato di vedere negli ultimi anni. È un falso “documentario” che racconta la quotidianità e la follia dell’ultimo pastore bergamasco, il quale, consapevole dell’ignoranza che circola in giro a proposito di natura, animali e mestieri ormai andati perduti, decide di portare ai bambini di Milano un po’ di cultura, di felicità e…di pecore. Sì, decide di portare in Piazza Duomo ai bambini di una scuola elementare il suo gregge di 1.500 pecore, attraversando le strade di Milano, costeggiando la metro, bloccando il traffico per far attraversare le sue pecore e portando, così, alla luce (e allo smog) della città quella realtà che sta diventando demodé, quel mestiere che sta svanendo, quegli ovini così simpatici che i bambini vedono solo nei cartoni animati (e dipende da quali cartoni guardano). Un percorso fisicamente piuttosto arduo ed impegnativo, un sogno da inseguire con una certa dose di coraggio (e testardaggine), un personaggio che è un personaggio nel senso più “tondo” della parola e che non può non risultare simpatico. A cavallo tra documentario e favola, si toccano temi come il rispetto per la natura, la società
che cambia, la cultura delle origini che va perdendosi, la possibilità di raggiungere il proprio sogno e tenerselo stretto, la famiglia, la follia (della città o del pastore?), i diversi tipi di realtà, la realtà in evoluzione e l’educazione. Il tutto ridendo, dall’inizio alla fine, per i motivi più disparati: dalla mimica facciale, all’accostamento immagini-musica, ai pensieri del pastore, alle interviste ai bambini. Splendida la colonna sonora, bellissime le immagini, stupendo il soggetto e meraviglioso il risultato finale. Alla fine è impossibile non commuoversi per tanta bellezza.
Meravigliosa. E' la cosceneggiatura del film.
Una sorpresa. Fare un'opera prima con tale padronanza del mezzo non è da tutti. Una promessa assoluta.
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